L’Italia si è espressa sul quesito referendario in materia di “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei
L’Italia si è espressa sul quesito referendario in materia di “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.
Senza entrare nel merito della riforma, quel che oggi focalizza l’attenzione è il risultato: un secco no al cambio della costituzione tricolore che cristallizza profondamente l’orientamento prevalente della maggior parte degli italiani.
Il 59,11% degli italiani ha opposto il suo rifiuto alla riforma prodotta e proposta da Renzi, rottamando in questo modo chi si era definito “rottamatore” e rispondendo in maniera non equivoca a un voto reso politico, più che di riforma costituzionale.
Aver accentrato sulla propria persona l’esito referendario si è rivelato un boomerang inesorabile per il quasi ex Premier. In questo modo si è esposto in maniera massiva contro attacchi di ogni sorta che poi ne hanno sminuito l’intento
Il quadro politico che si delinea ora è in mano al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che poche ore fa ha ricevuto il dimissionario Renzi, comunicando in maniera trasparente il proprio pensiero attraverso una nota: “ L’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza di una democrazia solida, di un paese appassionato, capace di partecipazione attiva. Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento”.
Se non è possibile conoscere il contenuto del colloquio avuto tra i due, almeno si ha piena consapevolezza dell’impegno del Capo dello Stato in merito alla gestione della vicenda.
Differenti sono le posizioni delle varie parti politiche.
Il movimento 5 Stelle e la Lega spingono per indire elezioni anticipate senza alcuna riforma elettorale, avvalendosi dell’Italicum e quindi del premio di maggioranza alla lista che prevarrà nel ballottaggio tre le prime due.
Il motivo è presto detto: approfittare di una possibile crisi in seno al Partito Democratico per restringere il numero di competitor costringendo l’elettorato a scegliere tra due soggetti.
Al contrario, Forza Italia auspica che Pd e maggioranza individuino un nuovo leader, così da mantenere il paese coeso e affrontare le avversità economiche (rectius Legge di Bilancio) in maniera compatta e solida.
Si delinea quindi una singolare sinergia tra la sinistra democratica e i liberali di Berlusconi, il cui obiettivo comune rimane una riforma elettorale di tipo proporzionale che non può essere raggiunta se non attraverso un dialogo centrista.
A questo proposito, sono diversi i nomi che circolano dopo le irrevocabili dimissioni comunicate ieri notte da Matteo Renzi (“io sono diverso, io mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Non sono riuscito a portare il Sì alla vittoria, la poltrona che salta è la mia. L’esperienza di questo governo finisce qui. Domani pomeriggio riunirò i ministri, poi salirò dal presidente della Repubblica e rimetterò il mandato”).
Tra gli altri, appaiono il Presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere: l’euro ha perso ulteriore valore rispetto al dollaro, attestandosi su 1,05, peggio che nel post Brexit.
La Borsa Italiana ha aperto in forte ribasso e le europee hanno avuto difficoltà a invertire il trend negativo figlio del no referendario.
Si segnala come il FTSE MIB sia l’unico indice in calo tra i principali europei (DAX, FTSE 100, IBEX 35 e CAC 40), registrando una flessione del -0,70%.
Piazza Affari registra montagne russe, ma con valori in equilibrio nella giornata di oggi, così come ha retto lo spread, che non ha conosciuto la tanto temuta estensione di 50 punti.
Gli italiano hanno deciso, i mercati non ancora.
L’Italia dovrà attendere ancora per conoscere il suo futuro.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.