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Proposta Banca d’Italia per sostenere le imprese ed evitare loro default

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 19, 2020, 06:57 UTC

Le proposte di Banca d'Italia per il governo italiano per dare liquidità alle imprese, evitando che le banche si riempiano di crediti deteriorati nell'immediato e nel futuro.

Banca d'Italia e Consob ed economia italiana

Banca d’Italia sabato 18 aprile ha pubblicato un breve documento che ha l’obiettivo propositivo di fornire al Governo italiano nello specifico, degli strumenti per sostenere il credito delle imprese nel breve periodo, ma anche per favorire la riduzione del peso del debito nel medio e più lungo periodo.

Perché se è vero che nell’immediato le imprese hanno bisogno di liquidità e quindi prendono a prestito i fondi con la garanzia dello Stato del decreto liquidità, è anche vero che poi quei fondi andranno restituiti, anche se a partire dal secondo anno.

Le imprese si potrebbero ritrovare in condizioni non del tutto rosee e potrebbe scattare l’incapacità da parte di queste ultime di fare fronte al debito. Con la garanzia dello Stato alle spalle, ciò farebbe ricadere l’intero peso sulle casse dello Stato.

Le imprese vanno però salvate a ogni costo, pena l’impoverimento dell’economia italiana e il rischio di essere comprati a buon mercato da chi al termine di tutto ciò avrà molti fondi da investire.

Le proposte di Banca d’Italia sono quindi tre.

3 proposte Banca d’Italia per sostenere imprese italiane

Le tre proposte di Banca d’Italia a sostegno delle imprese italiane si rivolgono a tre momenti temporali, ovvero il breve termine, il medio e più lungo termine. Per ciascuno di essi suggerisce una iniziativa specifica e distinta, ma volta a ridurre il rischio di insolvenza.

  1. Breve termine. Per Banca d’Italia occorrono trasferimenti diretti di fondi alle imprese, da parte del governo per compensare la perdita di fatturato e coprire le spese operative. Questo perché molte imprese sono a zero fatturato e non hanno liquidità in cassa per affrontare la ripartenza. Banca d’Italia suggerisce “trasferimenti aggiuntivi a fondo perduto” che “eviterebbero o ridurrebbero fortemente la necessità delle imprese di indebitarsi verso il sistema finanziario”.
  2. Medio termine. Qui viene suggerita la “creazione di un veicolo con capitale pubblico per la ristrutturazione di debiti delle imprese medio-grandi.” In pratica il veicolo speciale creato dal governo dovrebbe caricare su di esso denaro acquistato presso le banche direttamente dai governi. Il veicolo si occuperebbe poi di distribuire la liquidità alle imprese che ne avranno bisogno. Ma il veicolo, però, andrebbe “finanziato con risorse patrimoniali pubbliche e con debito a lungo termine collocato sul mercato”. I titoli di debito dovrebbero poi rispettare i requisiti dei programmi di acquisto della Bce, per essere acquistati da questi ultimi.
  3. Medio-lungo termine. Viene suggerito anche di introdurre degli incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle imprese. Il governo dovrebbe quindi introdurre “forti incentivi fiscali per la ricapitalizzazione delle imprese”. Per farlo potrebbe utilizzare ACE rinforzata scrive Banca d’Italia. L’obiettivo di questa misura, secondo i redattori della proposta avrebbe due benefici così riassumibili: 1) “evitare il difficile calcolo del giusto ammontare di trasferimenti diretti da operare a ciascuna azienda; 2) evitare una ingente e immediata spesa per il bilancio pubblico legando l’effettiva passività implicita del governo alla effettiva sopravvivenza dell’impresa.”

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Concludendo

Le misure sono volte da una parte a sostenere le imprese che potranno così fare fronte alla mancanza di liquidità nell’immediato e dall’altra ad evitare che le banche si riempiano di crediti deteriorati, che porterebbero il loro outlook in terreni estremamente negativi e anche al rischio fallimento, con una conseguente crisi del sistema bancario ad effetto cascata.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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