Perquisita Deutsche Boerse. Ipotesi schema di trading in azioni

Perquisiti ieri li uffici della Clearsteam, una società controllata della Deutsche Boerse. La procura di Colonia ipotizza il reato di schema fraudolento di trading in azioni.

La Deutsche Boerse, attraverso un suo portavoce, ha riferito che sta collaborando pienamente con le autorità di polizia come ha sempre fatto anche in passato. Non sono presenti sul sito ufficiale della società comunicati stampa ufficiali.

L’indagine sulla Clearsteam, riferisce il portavoce, riguardano sia i dipendenti che i clienti. Nessun comunicato ufficiale anche sul sito della società controllata, che si occupa tra gli altri servizi, di acquisizioni di aziende straniere. L’ultima acquisizione risale al 31 luglio 2019 e riguarda la Ausmaq Limited, acquisita direttamente dalla National Australia Bank (NAB). Quest’ultima società è specializzata nella gestione di fondi per piccoli risparmiatori. Una acquisizione che aveva quindi permesso alla Clearsteam di essere presente anche nel mercato australiano in forma diretta.

La notizia della perquisizione è rimbalzata su tutti i media, il primo a darne notizia in Germania, riferisce Reuters Italia, è stato il quotidiano Handelsblatt, secondo il quale la società avrebbe svolto un ruolo centrale nelle transazioni illegali.

Perquisizioni condotte da 50 funzionari

Come riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt, le perquisizioni sono state condotte da ben 50 funzionari e si profila come una prosecuzione delle indagini di alcuni anni fa condotte su altri istituti bancari e finanziari tedeschi legate al Cum-ex. Allora le indagini portarono in alcuni casi a un nulla di fatto, ma oggi i nuovi magistrati hanno elementi che riguarderebbero addirittura un coinvolgimento di quei pubblici ministeri, riporta Handelsblatt.

Insomma, una vicenda dai risvolti oscuri, e che fa comprendere come ci sia del marcio al cuore del sistema finanziario tedesco e non solo finanziario.

Il Cum-ex

Le indagini della procura di Colonia si concentrano sulla pratica conosciuta come Cum-ex, una tecnica che coinvolge il trading transfrontaliero di azioni di società che gravitano intorno a un consorzio di banche, investitori e hedge fund, attraverso cui si allestisce una fittizia presenza di numerosi proprietari, ciascuno dei quali avrebbe diritto a un rimborso fiscale.

Le indagini sono state avviate sei anni fa, nel 2013. Secondo l’ipotesi dei magistrati tedeschi la tecnica avrebbe indotto il governo tedesco a elargire rimborsi fiscali, non dovuti, per miliardi di euro.

La grande truffa ai danni dell’Europa

La tecnica del Cum-ex è stata scoperta nel 2017 da un gruppo investigativo di giornalisti europei, di importanti testate giornalistiche.

I giornalisti, coordinati da Correctiv, scoprirono una truffa ai danni dei Paesi europei da 62,9 miliardi di euro, di cui 36,2 miliardi solo ai danni della Germania, dove in pratica si annidano i vertici organizzativi di questo tipo di schema.

Da questo filone di indagini, è poi derivata la grande inchiesta Grand Theft Europe (La grande truffa all’Europa) con cui lo stesso gruppo di giornalisti ha scoperto che i governi europei sono stati frodati, con varie tecniche fiscali molto sofisticate, di circa 1200 miliardi di euro in IVA mai versata.

Sfruttando le falle dei vari Paesi europei, e la mancanza di uniformità delle leggi tra gli stati, ma anche sfruttando la mancanza di cooperazione fattiva tra i Paesi, società reali e fittizie hanno così potuto evitare il versamento schematico di miliardi di euro di IVA per anni.