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Mercati Valutari Spaventati Dal Futuro della FOMC

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Dec 13, 2013, 18:26 GMT+00:00

Secondo il 34% degli economisti intervistati il 6 dicembre da Bloomberg, il Federal Open Market Committee ( Comitato federale del mercato aperto, FOMC) 

Mercati Valutari Spaventati Dal Futuro della FOMC

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Secondo il 34% degli economisti intervistati il 6 dicembre da Bloomberg, il Federal Open Market Committee ( Comitato federale del mercato aperto, FOMC)  potrebbe iniziare a ridurre  il suo stimolo monetario già nel corso della riunione prevista per il 17 e 18 dicembre. Il sondaggio ha registrato un aumento del 17% rispetto a quello del mese precedente. Il dollaro australiano si muove al ribasso ed è negoziato a 0.8938$ dopo aver perso 1 centesimo ed esser scivolato sui minimi a 0.8913$. Il prossimo obbiettivo per i ribassisti del 2013 sembra essere quello degli 0.8848$, toccato in agosto, pertanto una rottura al di sotto del suddetto livello ci condurrebbe all’interno di quella regione mai più visitata dalla metà del 2010.

L’ultimo ribasso è avvenuto dopo che il presidente della banca d’Australia, Gleen Stevens, ha ribadito il suo pensiero riguardante la preferenza di una valuta debole capace di favorire quei settori economici destinati all’esportazione. Pur non avendo un obiettivo specifico per la moneta, Stevens, ha notato come un dollaro australiano a  85 centesimi sarebbe molto più ragionevole di una valuta a 95 centesimi. La banca centrale australiana promuove, ormai da diversi mesi, una campagna verbale a favore di un ribasso della moneta corrente, ottenendo ottimi risultati dal possibile avviamento del piano di ridimensionamento della Fed.

Anche il kiwi perde terreno contro il dollaro statunitense, ma non si avvicina minimamente ai livelli raggiunti dal dollaro australiano. A seguito di una presa di beneficio iniziata giovedì, quando il rapporto sulle vendite al dettagliodegli Stati Uniti ha mostrato numeri più forti del previsto, la valuta è passata dagli 0.8320$ iniziali agli  0.8232$ attuali. I dati hanno mostrato un’attività di produzione in forte espansione, raggiungendo i massimi degli ultimi 4 mesi, mentre il sondaggio sulla fiducia dei consumatori della ANZ Bank ha toccato i massimi degli ultimi 4 anni. I suddetti numeri hanno semplicemente rafforzato le aspettative che la Banca Centrale della Nuova Zelanda aumenterà i tassi già dal prossimo anno, in netto anticipo sulla banca d’Australia. I numeri sul PIL della Nuova Zelanda usciranno la prossima settimana mostrando una crescita di circa l’1,2%  nel terzo trimestre, con un ritmo annuo del 3%. Il conto delle partite correnti del terzo trimestre dovrebbe contenere significative revisioni.

Il dollaro statunitense si muove al rialzo ed è negoziato a 80.27contro i 79,73 di mercoledì sul retro di una generale incertezza dei trader riguardante la futura politica monetaria della Feederal reserve. I mercati finanziari si stanno preparando ad un possibile avvio del programma di ridimensionamento dello stimolo monetario della Fed già dalla riunione di settembre. Gli acquisti mensili di asset hanno visto “denaro a buon mercato” nelle globali attività di rischio, poiché la valuta australiana e gli stessi analisti, in previsione di una nuova politica finanziaria, si aspettano un indebolimento dei suddetti asset.  Dopo che i dati hanno mostrato un calo della produzione industriale nell’eurozona, la valuta comune è scambiata a 1,3747$. I dati hanno infatti mostrato come, nel mese di ottobre, la produzione industriale dell’Unione Europea sia  notevolmente diminuita mettendo sotto pressione la moneta comune.

Il rilascio del suddetto rapporto è stato tempestivo monito per i tori dell’euro poiché ha evidenziato la fragilità della ripresa economica europea mostrando anche l’elevata possibilità di un ulteriore stimolo monetario da parte della BCE.

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