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Mattinata piatta: ci sarà del movimento nel pomeriggio? Dipende tutto da Trump e dal dollaro

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Feb 6, 2017, 16:04 UTC

Durante la sessione asiatica, nonostante la delusione per i dati sulla crescita dei salari negli Stati Uniti pubblicati nella giornata di venerdì, il

Mattinata piatta: ci sarà del movimento nel pomeriggio? Dipende tutto da Trump e dal dollaro

Durante la sessione asiatica, nonostante la delusione per i dati sulla crescita dei salari negli Stati Uniti pubblicati nella giornata di venerdì, il ribasso del dollaro è stato lieve. Vero l’apertura dei mercati europei, l’indice del dollaro spot si trovava all’interno della gamma di oscillazione con un rialzo dello 0,20% a quota 99,87. Prima dell’avvio della sessione europea, il dollaro è riuscito a recuperare dal minimo intragiornaliero di quota 99,632.

La giornata di oggi è priva di dati economici sugli Stati Uniti in grado di attrarre l’attenzione dei mercati, i quali hanno poco altro da valutare oltre alle dichiarazioni di Trump durante la sessione statunitense.

Da una parte, il dipartimento della Giustizia continua a insistere sul ripristino delle restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti attuate dall’amministrazione Trump, con effetti negativi sul dollaro. Dall’altra, la valuta Usa trova supporto nell’ordine esecutivo che abroga il Dodd-Frank Act per deregolamentare il settore bancario.

L’ordine esecutivo era atteso da tempo e costituisce l’ultima di diverse disposizioni adottate dall’amministrazione Trump che hanno dato ai mercati motivo di sperare in una deregolamentazione dei settori del petrolio e del gas, rendendo sempre più probabile l’annuncio della tanto attesa serie misure di stimolo. La nuova politica economica e la deregolamentazione avrebbero effetti sicuramente positivi per il dollaro e i rispettivi settori. Al momento, il petrolio si muove in rialzo, sebbene l’interesse per il dollaro sia ancora vivo nonostante il dollaro continui a mantenere la posizione, apprezzandosi durante la sessione asiatica. L’incertezza sul futuro provoca cautela sui mercati che, dopo i dati macroeconomici diffusi nella giornata di venerdì, non abbandonano affatto la speranza di una manovra restrittiva da parte della Fed nel primo trimestre.

I divrersi dati pubblicati nella mattinata di oggi hanno contribuito alla resistenza del dollaro. In Australia, la lettura delle vendite al dettaglio è andata ad aggiungersi alla confusione che circonda la valtuazione della Rba sull’andamento dell’economia nazionale in vista della decisione sui tassi di interesse, che verrà annunciata nella giornata di domani. La Rba deve considerare anche i deludenti dati sul mercato del lavoro e il tasso di inflazione del quarto trimestre. La notizia positiva è data dall’aumento dell’avanzo commerciale nel mese di dicembre.

Qualora l’amministrazione Trump decidesse di concentrarsi più sulle misure restrittive sull’ingresso negli Stati Uniti che sulle promesse di deregolamentazione e di adozione di misure di stimolo, il dollaro dovrebbe muoversi in ribasso. Tuttavia, come si è osservato nella giornata di venerdì, le notizie sulla deregolamentazione hanno raggiunto i mercati ben prima dell’annuncio della firma dell’ordine esecutivo. Si può, dunque, ipotizzare che un provvedimento sul settore del petrolio e del gas stia per essere adottato.

L’attenzione dedicata da Trump all’espansione dei settori del petrolio e del gas potrebbe riportare i mercati a concentrarsi sulle misure positive che la nuova amministrazione repubblicana dovrebbe adottare, le cui prospettive hanno spinto il Dow Jones a quota 20000 e il dollaro ai massimi degli ultimi quattordici anni poco prima dell’anno nuovo. Tutto dipenderà dalle misure attuate: considerato la pessima opinione che si ha dell’amministrazione Trump, potrebbe essere giunta l’ora che il presidente degli Stati Uniti annunci qualcosa di positivo. All’apertura, il sentimento dei mercati europei era positivo.

Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot raggiunge quota 99,91 con un rialzo giornaliero dello 0,22%. La sterlina, l’euro e il dollaro australiano si muovono in ribasso. Nel corso della settimana, la sterlina è stata sotto pressione a causa del dibattito parlamentare sulla Brexit. Il dollaro si deprezza contro lo yen. L’interesse per le valute rifugio registra una lieve flessione, e per una buona ragione: la politica estera degli Stati Uniti è, infatti, motivo di preoccupazione per i mercati.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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