È passata più di una settimana dalla prima conferenza stampa di Trump e, da allora, i mercati sono rimasti sulla difensiva. I dati macroeconomici non sono
È passata più di una settimana dalla prima conferenza stampa di Trump e, da allora, i mercati sono rimasti sulla difensiva. I dati macroeconomici non sono riusciti a sostenere il rialzo del dollaro che ha iniziato a manifestarsi nella giornata di mercoledì scorso, quando soltanto le dichiarazioni di Yellen paiono avere potuto fornire alla valuta degli Stati Uniti lo slancio necessario. Inoltre, ieri, il giorno prima dell’insediamento di Trump, i toni particolarmente da colomba impiegati da Draghi non sono riusciti a mantenere il dollaro in positivo alla chiusura.
I mercati hanno molteplici ragioni per essere nervosi in attesa del discorso di insediamento di Trump, essendo stati notevolmente delusi dalla mancanza di visione politica del nuovo presidente degli Stati Uniti. Per non parlare, poi, delle affermazioni di Trump sull’eccessiva forza del dollaro. Il nuovo inquilino della Casa Bianca pare essere assolutamente in grado di sconvolgere le dinamiche del mercato e influire sull’andamento del dollaro e forse anche sulle decisioni di politica monetaria della Fed.
Attualmente, l’indice del dollaro spot si muove in rialzo dell 0,22% per raggiungere quota 101,37, un livello non registrato dalla metà di novembre, prima di rimbalzare durante la sessione europea e dopo essere rimasto ancorato al di sotto di quota 102 per tutta la settimana. La sessione del mattino pare, quindi, relativamente congestionata. I trader paiono prepararsi a una sessione statunitense durante la quale i mercati reagiranno al discorso di insediamento di Trump. A breve, gli elettori scopriranno se la rivoluzione contro la classe politica dichiarata dal nuovo presidente nel suo discorso della vittoria dell’8 novembre sarà stata una buona idea.
La Fed ha fatto chiarezza: ci si devono aspettare innalzamenti dei tassi durante l’anno. La Bce si colloca, invece, all’estremo opposto della politica monetaria. Data la permanenza delle misure espansive, Draghi ha cancellato ogni prospettiva positiva sull’inflazione.
Tutto è finalmente pronto perché il dollaro rompa la parità con l’euro, ma ora la questione ha meno a che vedere con la Bce o la Fed e più con Trump e le politiche della nuova amministrazione, che potrebbero sconvolgere le basi dell’ordine mondiale.
Quanti puntano sul rialzo del dollaro sperano che Trump chiarisca ai mercati le politiche che intende adottare nei primi cento giorni della sua presidenza. Si dice che il discorso di insediamento sarà breve, ma anche poche parole potrtebero sconvolgere i mercati in una manciata di minuti.
Il dollaro potrebbe guadagnare il 3% sull’euro, raggiungendo gli 1,03$, Si pensi all’effetto del discorso di Theresa May sulla Brexit, che, all’inizio della settimana, ha spinto il cambio tra sterlina e dollaro in rialzo del 3%. Tuttavia, perché la mossa si verifichi, si dovrà attendere il discorso di Trump, per capire se le promesse elettorali verranno mutate in reali politiche.
Più il discorso sarà breve, maggiore sarà l’incertezza dei mercati per le politiche che Trump intende attuare. Per il dollaro, le conseguenza potrebbero essere negative, specialmente considerando i verbali dell’ultima riunione del Fomc e l’incertezza dei suoi membri. La politica di bilancio di Trump è, infatti, della massima considerazione per la Fed e per la sua politica dei tassi di interesse.
Data l’assenza di dati macroeconomici rilevanti sugli Stati Uniti nel pomeriggio di oggi, i mercati avranno ben poco cui badare prima del discorso di insediamento di Trump. I mercati adotteranno, quindi, un atteggiamento attendista in attesa di quello che pare il giorno del giudizio del dollaro.
I dati sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito, pubblicati nella giornata di oggi, hanno pesato sulla sterlina. Il calo delle vendite rappresenta, infatti, un campanello d’allarme per l’aumento dei prezzi al consumo.
Nella prima parte della sessione europea, il dollaro è riuscito a recuperare sule altre valute principali. Al momento, nel cambio col dollaro, la sterlina cede lo 0,33% e l’euro perde lo 0,26%.
In base al sentimento del mercato durante la settimana, in attesa del discorso di insediamento di Trump, non si devono attendere mosse notevoli in favore del dollaro.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.