I piccoli e grandi dati economici americani mostrano una ripresa più forte del previsto. Il Job Openings and Labor Turnover Survey (JOLTS) statunitense ad
nella giornata di ieri riguardano la produzione industriale francese e mostrano un calo dello 0.3% nel mese di ottobre. La produzione industriale italiana mostra, nel decimo mese dll’anno, un incremento dello 0.5% contro lo 0,2% di settembre. L’euro continua ad essere supportato dalla BCE e dal suo presidente, Mario Draghi, che hanno scelto una dura linea di condotta nei confronti di un ulteriore taglio del tasso di interesse o di una nuova politica monetaria.
La sterlina britannica si attesta nuovamente come favorita nonostante la lieve mossa ribassista di oggi che vede la valuta perdere 4 pips ed essere scambiata a 1.6442. Detto questo, vista la costante crescita economica registrata settimanalmente dal Paese, la BoE potrebbe essere la prima grande banca centrale ad aumentare i tassi d’interesse. Infatti, la produzione manifatturiera del Regno Unito guadagna lo 0,4 nel mese di ottobre contro 1,2% di settembre. Sempre nello stesso mese, la bilancia commerciale registra una perdita pari a 9.7 miliardi di sterline contro i 10.1 miliardi di settembre. La produzione industriale del Regno Unito guadagna lo 0,4 contro lo 0.9% di settembre. Il National Institute of Economic and Social Research (NIESR) stima un PIL in aumento dello 0.1%, infatti per il mese di novembre prevede il raggiungimento dello 0.8% contro lo 0.7% di ottobre.
Questa mattina i dati provenienti dal Giappone hanno mostrato un guadagno dello 0.6% del Core Machinery Orders nel mese di ottobre contro un calo del 2,1% registrato nel mese di settembre. A novembre, l’indice dei prezzi Merce Corporate ( CGPI ) raggiunge il 2,7% contro i 2,5% di ottobre. Lo yen è scambiato a 102,92 contro il dollaro statunitense e a 141,21 contro l’euro, registrando un guadagno su entrambe le valute.
Situazione analoga nel Pacifico, infatti, nonostante le crescenti aspettative di un imminente avvio del programma di ridimensionamento dello stimolo monetario della Fed, che potrebbe prendere piede già dalla prossima settimana, il dollaro australiano si muove al rialzo: mercoledì è scambiato a 91.40$ contro i 91.03$ di martedì. La valuta australiana rimbalza durante la notte sul retro di una forte produzione industriale e di un incremento delle vendite al dettaglio provenienti dalla Cina.