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L’avversione al rischio e il dollaro

Da
Bob Mason
Pubblicato: Dec 29, 2016, 16:03 GMT+00:00

Durante la sessione di mercoledì, le borse statunitensi hanno compiuto un ampio passo nella direzione sbagliata. Con la chiusura del Dow Jones a 19833,68,

L’avversione al rischio e il dollaro

Durante la sessione di mercoledì, le borse statunitensi hanno compiuto un ampio passo nella direzione sbagliata. Con la chiusura del Dow Jones a 19833,68, svanisce ogni speranza di un regalo di Natale in ritardo per i trader che puntano al rialzo. Difficilmente, quota 20000 verrà, infatti, raggiunta durante le festività.

Mentre il Dow Jones si muoveva in ribasso, il dollaro ha recuperato le perdite iniziali durante la sessione asiatica di mercoledì per chiudere in forte rialzo. L’euro è sceso al nuovo minimo del 2016 degli 1,03719$ prima di chiudere in ribasso a quota 1,04110.

Il ribasso delle borse statunitensi nella giornata di mercoledì ha provocato incertezza nei mercati durante la mattinata dell’odierna sessione asiatica. Lo yen è sceso a 116¥116, con le borse asiatiche che seguito un andamento negativo per tutta la giornata. Durante la mattinata, la valuta statunitense ha invertito la tendenza al rialzo, con l’indice del dollaro spot che perdeva lo 0,42%, per scendere da quota 103,3, raggiunta durante la sessione di mercoledì, a quota 102,87 al momento della redazione di questo articolo.

Mentre alcuni possono ritenere che il declino subito dal Dow Jones nella notte di mercoledì rappresenti soltanto un incidente dovuto alle festività natalizie, cresce la preoccupazione per il deprezzamento dello yuan, che ha chiuso la sessione di mercoledì a 6,9613 CNY, in ribasso dell’1,04% nel mese di dicembre. Al contempo, continuano le massicce vendite nei mercati cinesi, con la Banca Popolare Cinese che valuta di restringere le condizioni di credito a sostegno dello yuan e per ridurre la domanda di credito, cresciuta a ritmo insostenibile durante il 2016.

All’inizio dell’anno, i problemi erano simili: turbolenza sui mercati dovuta alla preoccupazione per la Cina. Ci si chiede se tale questione si ripresenterà all’inizio del nuovo anno.

Se lo yen e l’oro costituiscono dei segnali per l’andamento dei mercati, il terzo giorno consecutivo di aumento dell’oro, che potrebbe essere seguito da una quarta giornata di rialzo (con l’oro che, al momento della redazione di questo articolo, guadagna lo 0,63%) e lo yen che si apprezza dello 0,69% per toccare i 116,46¥, le massicce vendite delle borse asiatiche potrebbero ben affluire nei mercati europei e statunitensi, con un ulteriore deprezzamento del dollaro.

Il ribasso del dollaro potrebbe non essere tanto grave come nel primo trimestre nel caso in cui la turbolenza dovesse prevalere, con i mercati che si aspettano l’attuazione da parte dell’amministrazione Trump di una serie di misure di stimolo fiscale in grado di sostenere in parte la valuta statunitense. Tuttavia, un mutamento del sentimento del mercato circa la tempistica del primo innalzamento dei tassi da parte della Fed potrebbe, infine, portare un duro colpo all’apprezzamento del dollaro, considerato che la banca centrale degli Stati Uniti si è già mostrata riluttante ad agire durante periodi di tensione sui mercati.

Sebbene l’assenza di dati macroeconomici e lo scarso di volume di trading non abbiano certamente aiutato il dollaro o il Dow Jones, ci si deve chiedere quanto l’economia degli Stati Uniti possa rimanere immune dai problemi sorti in Cina.

Il lato positivo di un restringimento del credito in Cina sarebbe che Trump dovrebbe limitare i propri piani di guerra commerciale. Il lato negativo sarebbe, invece, l’impatto immediato sull’economia degli Stati Uniti, dato che la Cina è un mercato di esportazione strategico per gli Usa. Per tacere, poi, dell’effetto dei problemi della Cina sulle altre economie, essendo gli Stati Uniti ancora il centro della globalizzazione, con le aspirazioni protezioniste di Trump che hanno bisogno di tempo per venire realizzate.

I dati sull’economia degli Stati Uniti, che verranno pubblicati nella serata di oggi, hanno una qualche maggiore importanza, poiché includono le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione. Tuttavia, l’avversione al rischio potrebbe provocare un ulteriore deprezzamento del dollaro durante le sessioni europea e statunitense.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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