Da quando, più di una settimana fa, la presidente della Fed, Janet Yellen, ha espresso la propria opinione sull'economia degli Stati Uniti e i tassi di
Da quando, più di una settimana fa, la presidente della Fed, Janet Yellen, ha espresso la propria opinione sull’economia degli Stati Uniti e i tassi di interesse, l’attenzione dei mercati si è concentrata sulle dichiarazioni di Trump. Yellen era riuscita a spingere il dollaro in rialzo nel mezzo del sentimento negativo che circondava la valuta degli Stati Uniti, su cui premeva e preme tuttora il crescente rischio geopolitico. Nella giornata di lunedì, con le restrizioni all’immigrazione negli Stati Uniti, la spinta al rialzo impressa al dollaro vdall’effetto Trump pare essersi esaurita.
Durante la sessione asiatica, nonostante il sentimento negativo che circonda la divisa statunitense, l’indice del dollaro spot si è mosso in positivo per attestarsi a quota 99,61 alla stesura di questo rapporto, salendo dello 0,08% dopo la chiusura di ieri a quota 99,512, ma scendendo dal massimo intragiornaliero di quota 99,845.
Da ieri, il sentimento del mercato nei confronti del rischio geopolitico non è certo mutato. Il rialzo del dollaro potrebbe, quindi, dipendere dalla decisione del Fomc sui tassi di interesse prevista per la giornata di oggi e, ancor più, dall’annuncio che seguirà.
I dati sugli Stati Uniti pubblicati nella giornata di martedì hanno mostrato che, a gennaio, la fiducia dei consumatori è diminuita. I risultati deludenti assumono particolare importanza quando si considera che la flessione viene attribuita al sentimento dei consumatori verso l’economia nel breve periodo.
Quando si prendono in considerazione l’andamento dei mercati finanziari e l’intenzione dell’amministrazione Trump di influire sull’apprezzamento del dollaro, vi è molto di cui i membri del Fomc hanno discusso negli ultimi due giorni, data la crescita degli Stati Uniti nel quarto trimestre, che ha deluso le aspettative.
Osservando l’andamento generale del dollaro e il rimbalzo delle borse europee, potrebbe darsi che, mentre la Fed continua a parlare della costante ripresa dell’conomia degli Stati Uniti, il grado di incertezza che distingue l’amministrazione Trump e il suo impatto sul sistema economico statunitense possano essersi rafforzati dalla riunione del Fomc di dicembre.
Tutto ciò potrebbe essere positivo per le borse, ma una Fed più prudente punterebbe probabilmente a mantenere i tassi invariati almeno fino a giugno, riducendo a due le manovre restrittive previste nel corso dell’anno.
In generale, i mercati si sono sempre aspettati due più che tre innalzamenti dei tassi, sebbene quanti puntano sul rialzo del dollaro continuino a essere presenti nonostante la tendenza al deprezzamento della valuta statunitense. Nella serata di oggi, i mercati potrebbero comprendere chi veramente detiene il potere negli Stati Uniti: l’amministrazione o la Fed. La posizione di Trump comincia certamente a rafforzarsi: ora, l’unica vera domanda è capire quanto.
Sebbene l’attenzione si concentrerà sull’annuncio del Fomc, per i mercati sarà difficile ignorare i dati macroeconomici sugli Stati Uniti che verranno pubblicati nella serata di oggi, tra cui la variazione dell’occupazione nei settori non agricoli di Adp per il mese di gennaio e l’indice Ism dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero.
I dati nettamente positivi sul mercato del lavoro, diffusi nel pomeriggio di oggi, non necessariamente forzeranno la mano della Fed. La lettura delle buste paga dei settori non agricoli adottata dal governo federale non verrà, infatti, pubblicata prima di venerdì. Tuttavia, la posta aumenta un minimo, sebbene, guardando alla dinamica, l’incertezza politica negli Stati Uniti potrebbe preoccupare la Fed più delle condizioni del mercato del lavoro o di un ulteriore aumento del tasso di inflazione.
In attesa dell’annuncio della Fed e dei dati che verranno pubblicati nella giornata di oggi, il dollaro potrebbe iniziare a muoversi in ribasso. Considerato lo sviluppo degli eventi nella politica statunitense, è improbabile che la Fed adotti toni da falco.
Una dinamica simile potrebbe verificarsi in Gran Bretagna con il dibattito parlamentare sull’art. 50 del TUE e con la pubblicazione, prevista per la giornata di domani (il Super Thursday), della decisione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra, dei verbali della riunione del suo Comitato per la Politica Monetaria, del tasso di inflazione e la conferenza stampa di Carney. Al momento, la coppia USD/GBP è a 1,2605$, in rialzo di appena lo 0,18%, vulnerabile agli eventi che si svolgono a Westminster. La sterlina dovrebbe trovare supporto qualora la Brexit assumesse toni più moderati rispetto a quelli intransigenti impressi dalla primo ministro del Regno Unito, Theresa May.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.