Un vecchio Proverbio del mercato dice "ORO SU, DOLLARO GIÙ, DOLLARO SU, ORO GIÙ" ed è proprio sulla base di questo proverbio che si sono mossi i mercati.
Vedana Mitanni, manager della Aryan Capital Global Opportunities Fund ha detto: ” L’oro è un porto sicuro contro una cattiva gestione della valuta, la Federal Reserve ha percepito come quest’ultima stia facendo un ottimo lavoro pertanto la domanda del prezioso diminuirà.” Mercoledì il mercato aurifero si era mosso leggermente al ribasso ad inizio sessione sul retro delle dichiarazioni della Fed che annunciava una riduzione dello stimolo monetario da 85 miliardi di dollari a 75 miliardi di dollari, tuttavia, siamo rimasti fortemente sorpresi dal fatto che l’artefice dell’attuale declino del prezioso non è stato il programma di ridimensionamento.
William Rhine, membro del World Gold Council, ha dichiarato ” l’annuncio di oggi da è semplicemente un riflesso del miglioramento delle condizioni economiche negli Stati Uniti, crediamo che gli attori di mercato ridefiniranno le fondamenta della domanda e dell’offerta , che rimarranno comunque positive”.
Prendendo spunto dal calo dei prezzi dell’oro e dalla forza del dollaro, nella giornata di ieri, i prezzi d’argento hanno perso circa l’0,8%. Inoltre, la tendenza al ribasso nelle partecipazioni di argento sull’ ETF ha agito come fattore negativo. Ieri il metallo bianco ha toccato un minimo intra-day a 19,62$ e ha chiuso a 19,70$. Questa mattina l’argento ha registrato il suo più grande calo perdendo 551 punti ed è negoziato a 19.508$. Il rame perde pochi punti ed è negoziato a 3.302$ sul retro del rapporto che ha mostrato una crescita economica statunitense pertanto la domanda di metallo rosso finalizzato al settore manifatturiero e al quello edile aumenterà. Ricordiamo come nella giornata di ieri il rame abbia guadagnato lo 0,1% a fronte dei numeri positivi statunitensi inerenti ai permessi edilizi e alle nuove costruzioni, supportati anche dai forti numeri provenienti dall’eurozona e dalla Gran Bretagna così come da una riduzione delle scorte pari allo 0,4%, infatti attualmente risultano 384.950 tonnellate di rame. Tuttavia, un dollaro forte ha incapsulato i taglienti guadagni dei prezzi. Secondo 3 fonti esperte in materia, nel 2014, le scorte di materie prime della Cina lavoreranno su piani di acquisto di circa 300.000 tonnellate di rame e di 100.000-150.000 tonnellate di nickel con lo scopo di trarre maggiori profitti dai deboli prezzi internazionali.