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La Russia è il fattore determinante che potrebbe provocare il prossimo rialzo del greggio

Da:
James Hyerczyk
Pubblicato: Mar 6, 2017, 11:41 UTC

Il prezzo del greggio ha chiuso la scorsa settimana in ribasso: il Wti con scadenza ad aprile ha perso 0,66$, ossia l'1,22%, per toccare i 53,33$, mentre

La Russia è il fattore determinante che potrebbe provocare il prossimo rialzo del greggio

Il prezzo del greggio ha chiuso la scorsa settimana in ribasso: il Wti con scadenza ad aprile ha perso 0,66$, ossia l’1,22%, per toccare i 53,33$, mentre il Brent con scadenza a maggio ha ceduto 0,41$, pari allo 0,73%, scendendo a 55,90$. L’opinione comune sul greggio era “il mercato petrolifero è vincolato alla gamma di oscillazione perché l’incremento della produzione negli Stati Uniti bilancia i tagli attuati dall’Opec”.

Al contempo, l’acquisto di future e opzioni sul Wti e sul Brent da parte di hedge fund e altri gestori di patrimoni ha raggiunto i massimi storici, a riprova della fiducia nella capacità dell’Opec di provocare un aumento del prezzo.

Secondo i dati di diverse fonti, le posizioni long nette detenute dagli hedge fund hanno raggiunto il massimo storico di 951 miliardi di barili nei tre principali contratti sul Brent e il Wti. Detto altrimenti, le posizioni long degli hedge fund superano quelle short di un rapporto di 10,3:1.

Ciò considerato, si sarebbe portati a pensare che il prezzo del greggio stia aumentando, ma si sa che non è proprio così.

Per andare long sul greggio, un trader deve seguire il lato al rialzo dell’equazione di domanda e offerta.

Nella scorsa settimana, la Reuters ha annunciato che, a febbraio, l’Opec ha ulteriormente proceduto nell’attuazione dell’accordo semestrale sulla riduzione della produzione, portandola al 94%. Teoricamente, tale dato poteva provocare un rialzo, ma, ancora una volta, ciò non è accaduto e il prezzo è diminuito. Se gli hedge fund sono guidati di simili notizie, allora, nell’ultima settimana, tale aggiornamento non pare avere funzionato come fattore in grado di influire sull’andamento del prezzo.

Dai grafici appare evidente che gli acquisti avvengono sui ribassi e che i compratori paiono esitare ad acquistare sui rialzi. Ciò potrebbe indicare che gli hedge fund sono stati disposti a comprare a poco e vendere a tanto, ma hanno esitato a cogliere l’opportunità di comprare a tanto e vendere a un prezzo ancora maggiore.

Se il mercato deve rompere in rialzo, allora gli hedge fund devono passare a sfruttare lo slancio, come attualmente stanno facendo gli investitori dei mercati azionari.

Gli hedge fund potrebbero attendere un fattore determinante. A mio parere, questo potrebbe essere costituito dalle notizie su un aumento dei tagli alla produzione da parte della Russia.

Uno dei dati più interessanti sull’attuazione dell’accordo dell’Opec al 94% è che Emirati Arabi Uniti, Iraq e Russia non stanno adempiendo all’impegno di ridurre la produzione nelle quote previste dall’intesa di Vienna. Dall’altra parte, l’Arabia Saudita ha ridotto la produzione più di quanto previsto.

Nel breve periodo, a parità di condizioni, credo che, finché l’accordo dell’Opec sarà in vigore, la tendenza al ribasso del greggio sarà limitata. Tuttavia, ritengo anche che il petrolio possa notevolmente aumentare se Emirati Arabi Uniti, Iraq o Russia annunciassero un nuovo taglio alla produzione.

La Russia costituisce il fattore determinante. Mosca ha ridotto la produzione di soltanto 100000 barili al giorno, circa un terzo della quota prevista. Nel breve periodo, il petrolio dovrebbe rimanere all’interno della gamma di oscillazione, ma se la Russia apportasse ulteriori tagli alla produzione, potrebbe finalmente verificarsi una rottura al rialzo. Fondamentalmente, la Russia è il principale fattore in grado di innescare il prossimo netto rialzo del prezzo del petrolio.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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