Nella giornata di martedì, la maggior parte delle borse ha riaperto, facendo affluire nei mercati parte del volume e della liquidità tanto attesi.
Nella giornata di martedì, la maggior parte delle borse ha riaperto, facendo affluire nei mercati parte del volume e della liquidità tanto attesi. Tuttavia, non ritengo che, nella prima parte della settimana, ci si debba aspettare mosse di notevole entità. Molti attori del mercato stanno, infatti, cogliendo l’occasione di prendersi un pausa prima dell’avvio di un nuovo anno che si preannuncia tanto caotico quanto quello passato.
Durante la giornata di lunedì, il dollaro si è mosso in lieve ribasso contro lo yen, con lo scarso volume che ha provocato un andamento vario della valuta statunitense sulle sue controparti. Nella giornata di lunedì, l’indice del dollaro spot ha ceduto lo 0,1%. Tuttavia, tale tendenza al ribasso ha sperimentato un’inversione nella sessione asiatica di martedì, con l’indice del dollaro spot che, al momento della pubblicazione di questo articolo, guadagna lo 0,8% sulle valute principali, mentre lo yen subisce le perdite maggiori, cedendo lo 0,21%. Nella giornata di lunedì, la valuta nipponica si era mossa in rialzo dello 0,2%.
Tra i dati sul Giappone pubblicati nella mattinata di oggi, vi è l’indice dei prezzi al consumo, che continua a scendere, così come la spesa delle famiglie. Entrambi i dati sono causa di ulteriore preoccupazione per la Banca del Giappone.
Il contenuto dei verbali della riunione di novembre della Banca del Giappone sulla politica monetaria, pubblicati nella giornata di lunedì, può essere considerato relativamente positivo. La BoJ ha, infatti, adottato un’opinione maggiormente ottimista dell’economia del Giappone, con il deprezzamento dello yen che contribuisce all’aumento della domanda di beni giapponesi nei prossimi mesi, considerata anche l’apparente ripresa dell’economia mondiale.
I dati pubblicati nella giornata di oggi suggeriscono che la Banca del Giappone è ancora ben lontana dal ridurre gli acquisti di titoli di Stato a dieci anni, sebbene un funzionario della banca centrale nipponica si sia dichiarato a favore di qualche forma di limitazione.
Da ricordare, inoltre, l’inaugurazione dell’Amministrazione Trump e le idee di politica estera del nuovo presidente degli Stati Uniti. La nomina di Navarro a capo di un nuovo consiglio per il commercio, con Wilbur Ross come nuovo direttore per il commercio, diffonde perplessità tra i partner commerciali degli Stati Uniti, che già sono usciti dal TPP.
L’ottimismo della Banca del Giappone potrebbe essere di breve durata, qualora venisse a mancare il tradizionale sostegno degli Stati Uniti e se lo yen dovesse ricevere attenzioni non necessarie nel caso in cui Trump, Navarro e Ross dovessero attuare una nuova guerra commerciale con la Cina, che potrebbe andare ben oltre il commercio stesso.
A ogni, modo, la Banca del Giappone e il governo nipponico devono trovare un modo per rilanciare la spesa delle famiglie, il cui declino continua a pesare sull’economia nipponica. A novembre, nonostante l’incremento dell’1,4% del reddito disponibile dell’1,4%, la spesa delle famiglie è diminuita dell’1,5% su base annua.
Mentre lo yen si muove in ribasso, da quando la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ha portato la Banca del Giappone ad adottare una visione dell’inflazione maggiormente ottimista, l’inflazione dei prezzi al consumo di novembre è scesa dello 0,40% secondo i dati pubblicati nella mattinata di oggi, senza un rimbalzo della spesa delle famiglie. Non soltanto l’inflazione resterà ben al di sotto dell’obiettivo fissato dalla Banca del Giappone al 2%, ma la crescita economica rimarrà debole e pesantemente dipendente dai partner commerciali, come la Cina e gli Stati Uniti.
I dati sugli Stati Uniti, che verranno pubblicati nella serata di oggi, includono la fiducia dei consumatori del Cb per il mese di dicembre e l’indice dei prezzi delle abitazioni di ottobre. Probabilmente, i mercati si disinteresseranno di quest’ultima lettura, concentrandosi sulla prima, che dovrebbe registrare un ulteriore incremento a dicembre a supporto del dollaro.
Il dollaro a 120¥ nel breve periodo è una previsione certamente ragionevole. Al momento, l’unica domanda è quando la Banca del Giappone dovrà intervenire. Un cambio oltre i 125¥ porterebbe a ipotizzare un’azione della BoJ per stabilizzare lo yen. Quanta differenza fa un nuovo presidente! Ad agosto, lo yen era al di sotto dei 100¥.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.