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La Fed, la Bce e l’euro

Da
Bob Mason
Pubblicato: Jan 5, 2017, 10:55 GMT+00:00

Allora, il dollaro è andato in overshooting? Nella giornata di mercoledì, dopo la pubblicazione dei verbali della Fed, la valuta degli Stati Uniti si è

La Fed, la Bce e l’euro

Allora, il dollaro è andato in overshooting?

Nella giornata di mercoledì, dopo la pubblicazione dei verbali della Fed, la valuta degli Stati Uniti si è mossa in lieve ribasso. L’indice del dollaro spot ha perso lo 0,79% per scendere a 101,89$ prima dell’apertura dei mercati europei e, attualmente, si assesta a 102,33$.

Se quanti puntavano sull’apprezzamento del dollaro si aspettavano un rimbalzo all’apertura dei mercati europei, sono stati sicuramente accontentati: all’avvio della sessione, l’indice del dollaro spot ha, infatti, riguadagnato quota 102. L’attenzione dei mercati si è, dunque, spostata dal Fomc alla pubblicazione dei verbali della riunione dell Bce sulla politica monetaria.

La Fed ha deluso i mercati. Nel corso dell’anno, l’insistenza su un sentiero dei tassi più bassi e più lenti ha pesato sul sentimento del mercato verso la politica monetaria. Ora, è il momento di vedere quale sarà il comportamento della Bce rispetto a quello della Fed.

Sarebbe sorprendente se i verbali della Bce di dicembre suggerissero un’ulteriore riduzione del programma di acquisto di asset oltre quanto già deciso, con Francoforte che ha limitato la cifra a 60 miliardi di euro, estendendo la durata del piano fino alla fine dell’anno. Tuttavia, nonostante tutti i loro annunci, le banche centrali sono discretamente capaci di cogliere i mercati di sorpresa. I mercati lo hanno potuto notare con le dichiarazioni dai toni da colomba di alcuni membri della Fed, ben lontane dalle proiezioni sull’economia pubblicate dal Fomc nello scorso mese.

Mentre i dati sugli Stati Uniti continuano a impressionare, nell’Eurozona, durante il mese di dicembre, la pressione inflazionistica è certamente aumentata ed è soltanto questione di tempo prima che i mercati inizino a considerare la possibilità che la Bce dia avvio a una revisione della propria politica monetaria espansiva, tanto gradita dai mercati stessi.

Verso la fine dell’anno, si è discusso della riduzione del programma di acquisto di asset e, nel caso i verbali dovessero mostrare qualche riferimento alla necessità di un’ulteriore limitazione, l’euro sperimenterebbe sicuramente un rimbalzo. Tuttavia, ritengo che l’economia dell’Eurozona debba ancora affrontare una situazione decisamente difficile e che, nella prima metà dell’anno, la Bce dovrà assumere un atteggiamento più prudente, con particolare attenzione alle elezioni nei Paesi Bassi e in Francia, che si uniscono all’applicazione dell’art. 50 del TUE da parte del governo britannico a marzo. Tutti questi fattori limiteranno ogni considerevole rialzo nel breve periodo. Tuttavia, una volta che sarà evidente come i partiti populisti dei principali Stati membri dell’UE ancora mancano dei consensi necessari per andare al governo, il rimbalzo potrebbe verificarsi.

A mio parere, i verbali manterranno un tono relativamente da colomba, aumentando la pressione sull’euro, attualmente in rialzo dello 0,19% a 1,05094$, per riportare la moneta unica europea a 1,04$. Vi è, inoltre, da considerare che, nel pomeriggio di oggi, verranno pubblicati i dati di Adp sulla variazione dell’occupazione nei settori non agricoli, le prime richieste settimanali di sussidio di disoccupazione e l’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi: tutti fattori fondamentali per l’andamento del dollaro. Tuttavia, per un sostenuto rimbalzo della valuta degli Stati Uniti fino alla chiusura, l’indice dei direttori degli acquisti di dicembre dovrebbe essere migliore delle aspettative attualmente negative.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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