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La coppia EUR/USD e la tendenza al ribasso

Da
Bob Mason
Pubblicato: Jan 31, 2017, 13:09 GMT+00:00

Durante la sessione asiatica di oggi, l'interesse per il dollaro continua a essere scarso, mentre i mercati continuano a interrogarsi sulla politica

La coppia EUR/USD e la tendenza al ribasso

Durante la sessione asiatica di oggi, l’interesse per il dollaro continua a essere scarso, mentre i mercati continuano a interrogarsi sulla politica dell’amministrazione Trump per la regione dell’Asia-Pacifico, in particolare sul commercio. L’avvio della sessione europea vede i mercati concentrarsi completamente sull’euro e sull’economia dell’Eurozona.

Sul mandato esclusivo della Bce di raggiungere il suo obiettivo di inlfazione del 2%, Draghi ha assunto una posizione particolarmente da colomba, annullando ogni ipotesi di rialzo per i dati sull’inflazione di dicembre.

Nei prossimi giorni, quando verranno pubblicati i dati preliminari sull’inflazione di gennaio dei principali Stati membri dell’Eurozona e della stessa area dell’euro, questi toni da colomba verranno certamente messi in discussione.

In Germania, l’indice dei prezzi al consumo segna un calo dello 0,6% su base mensile, mentre il tasso di inflazione annuale si attesta all’1,9%. In Francia e in Spagna, tale dato registra un incremento significativo, rispettivamente dell’1,6% e del 3,0%. In Spagna, la combinazione di inflazione al 3% ed elevata disoccupazione non avrà certamente effetti positivi.

Per tutto il 2016, la Bce ha attribuito la bassa inflazione al declino dei prezzi dell’energia. Ora, a quanto pare, l’impatto del prezzo dell’energia sull’inflazione  è un fattore di fondamentale importanza che le banche centrali devono prendere in considerazione.

I dati di oggi non rifletteranno soltanto il notevole aumento del prezzo dell’energia, ma anche l’incremento dell’inflazione in altri settori. Seppure i mercati continuano ad accettare l’intenzione della Bce di mantenere una politica monetaria estremamente espansiva, le ultime cifre potrebbero sollevare preoccupazione per un possibile impatto negativo su previsioni di crescita che rimangono modeste.

I dati sull’inflazione dell’Eurozona verranno pubblicati alle 10:00 GMT. Le letture degli Stati membri suggeriscono un certo lieve incremento del tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro verso l’obiettivo del 2%. L’unico interrogativo è se la Bce accetterà l’aumento dell’inflazione nonostante il rischio del declino dei consumi delle famiglie. In Germania e in Francia, tale dato per il mese di dicembre, pubblicato nella mattinata di oggi, è stato sicuramente deludente.

A seguito della pubblicazione dei dati sull’inflazione, l’euro ha sperimentato un rimbalzo dello 0,22% sul dollaro, raggiungendo gli 1,07103$. L’apprezzamento della moneta unica europea si è verificato nonostante il calo delle vendite al dettaglio sia in Germania sia in Francia. Al momento, il cambio rimane invariato dalla chiusura di ieri intorno a quota 1,0697.

Alla fine dello scorso anno, si è parlato di una possibile riduzione del programma di acquisto di titoli della Bce e, sebbene Francoforte ne abbia limitato la dimensione, la proroga fino alla fine dell’anno è stata certamente messa in atto per fornire alla Banca Centrale Europea la necessaria flessibilità. Tuttavia, tale decisione ha dato alla Germania una più solida ragione per criticare la politica monetaria della Bce. Considerati gli ultimi dati, infatti, Francoforte non può più nascondersi dietro l’inflazione.

La crescita economica pare essersi stabilizzata: in Francia, ha registrato un aumento nel quarto trimestre e, qualora i dati sul Pil dell’Eurozona del quarto trimestre che verranno pubblicati nella mattinata di oggi dovessero risultare positivi, l’euro potrebbe salire a 1,08$ e oltre, in particolare se si considera il sentimento del mercato nei confronti del dollaro.

La Bce potrebbe salvarsi soltanto grazie all’incertezza che continua a circondare i possibili effetti della Brexit, la politica estera degli Stati Uniti e le sue conseguenze per l’economia dell’Eurozona. Qualora l’amministrazione Trump dovesse adottare tariffe commerciali punitive nei confronti dell’UE, la posizione della Bce verrebbe giustificata. Tuttavia, è probabile che le misure protezionistiche degli Stati Uniti verranno indirizzate in primo luogo contro le economie asiatiche.

Alla redazione di questo articolo, l’euro è sceso dagli 1,07250$, raggiunti dopo la pubblicazione dei dati, agli 1,06981$, con un guadagno intragiornaliero di appena lo 0,03%. Il dollaro sta, infatti, recuperando su tutte le principali controparti. Durante la sessione asiatica, con la pubblicazione dei dati sugli Stati Uniti, tra cui l’indice della fiducia dei consumatori del Cb per il mese di gennaio, l’indice del dollaro spot ha toccato il minimo intragiornaliero a quota 100,2. Probabilmente, la preoccupazione dei consumatori per le politiche di Trump avrà effetti negativi sul dollaro. A ogni modo, i mercati dovranno prima rispondere ai dati sull’Eurozona, che dovrebbero sostenere l’euro.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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