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Italiani meno ricchi. Il Pil pro capite dell’Italia perde 12 punti dal 2008

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Nov 11, 2018, 11:07 UTC

Il Pil pro capite reale in Italia è diminuito del 12% dal 2008 al 2018. La crisi ha colpito, ma non solo gli italiani. Leggi i dati delle ultime ricerche presentate dall'Eurostat e dall'Ocse sul Pil pro capite.

Italian Streets

La crisi economica che nell’ultimo decennio ha colpito l’Italia e non solo, si è fatta sentire ed ora lo certificano anche i dati Eurostat appena pubblicati. Il Pil reale pro capite nel 2008 era pari a 28.200 euro, ovvero il 107,2% rispetto alla media dell’Unione Europea a 28, che allora era a 26.300 euro pro capite.

I nuovi dati, relativi all’anno 2017, presentano il conto della crisi, il reddito pro capite degli italiani è sceso a 26.400 euro, con una perdita rispetto alla media europea di circa 12 punti percentuali (siamo al 95,3%). Il reddito pro capite medio nella UE è salito a 27.700 euro, mediamente aumentato nonostante la crisi abbia colpito tutti in modo generalizzato. Peggio di noi fanno solo la Grecia, in convalescenza dopo la drammatica crisi economica degli ultimi anni, e il piccolo stato europeo di Cipro alle prese con le decennali problematiche geopolitiche con la Turchia.

L’Europa migliora il suo tenore di vita, in particolare dal 2012 il Pil pro capite è cresciuto del 7,8%, mentre, nello stesso periodo l’Italia è cresciuta solo dell’1,5%; una crescita quella italiana che va considerato un recupero se guardiamo al reddito medio degli italiani prima della crisi.

Commercio al dettaglio nell’UE a 28

Il commercio al dettaglio è un indicatore importante per comprendere il potere di acquisto delle famiglie, anche se è vero che in alcuni periodi le persone e le famiglie possono essere più risparmiatrici, ma in generale resta un indicatore delle capacità economiche.

I dati pubblicati dall’Eurostat il 7 novembre scorso, mostrano l’andamento grafico dei consumi nell’UE a 28. Dal grafico si evidenzia come i consumi siano diminuiti tra il 2010 e il 2012, per poi riprendere a partire dalla seconda metà del 2013.

Il medesimo report dell’Eurostat presenta dati di consumi rimasti invariati tra agosto e settembre 2018, come dire che i consumi in Europa hanno subito una sorta di pausa. I dati non sono ovviamente omogenei, l’Irlanda è il paese europeo dove la crescita dei consumi è la più evidente del periodo (+2,9%) e il Portogallo il paese con la maggiore contrazione dei consumi al dettaglio (-1,7%), seguita dall’Austria (-1%). L’Italia segna una contrazione nei consumi al dettaglio pari al -0,3%.

La Germania e la Francia segnano una crescita dei consumi dello 0,1%, segno che l’economia europea in generale vive una fase di rallentamento della crescita.

Secondo l’Ocse gli italiani sono più ricchi

Un rapporto Ocse di recente pubblicazione rivela che gli italiani sono più ricchi nel secondo trimestre del 2018, ma producono meno come avevamo segnalato in questo articolo a proposito dei dati sulla disoccupazione e sulla produzione industriale in Italia. Il reddito degli italiani è cresciuto dell’1,6% nel periodo indicato, mentre nel primo trimestre era diminuito dello 0,4%.

In generale aumenta anche il Pil pro capite del +0,2%, ma la crescita sta decelerando pian piano. Non siamo i soli a rallentare, in generale il Pil pro capite dell’area Ocse rallenta al +0,3% contro il +0,7% fatto registrare nei primi mesi del 2018. Anche per l’area euro, secondo questi dati, il reddito individuale avanza marginalmente rispetto al Pil pro capite.

Cos’è il Pil pro capite

Un breve approfondimento prima di concludere.

Il prodotto interno lordo (Pil) è un parametro economico usato per stimare la crescita globale di un paese o gruppo di nazioni, o di una determinata area geografica.

Il Pil pro capite è un derivato del Pil globale e si usa per comparare i tenori di vita, per monitorare il processo di convergenza ma anche di divergenza economica nell’ambito dei paesi facenti parte dell’Unione Europea.

Potrebbe ora interessarti la guida al risparmio delle famiglie italiane.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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