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Istat pubblica la nota mensile di ottobre: ciclo economico ancora debole per l’Italia e l’indicatore anticipatore annuncia un’ulteriore flessione

Da:
Alberto Ferrante
Pubblicato: Nov 8, 2018, 10:57 UTC

I dati rilasciati dall'Istat parlano chiaro: l'Italia si trova ancora in una situazione di debolezza del ciclo economico. Le esportazioni si sono ridotte, il mercato del lavoro mantiene il suo orientamento solo lievemente positivo e l'indicatore anticipatore registra un'ulteriore flessione. Ma la crescita rallenta anche in Europa.

Italy and Europe

L’Istat ha rilasciato la sua nota mensile, in cui, come prevedibile, l’Italia si mostra ancora in una posizione di persistente debolezza del ciclo economico.

L’economia italiana ha registrato una brusca frenata nel terzo trimestre del 2018, con un PIL in variazione congiunturale nulla dopo i 14 trimestri di lieve crescita. La ragione di ciò è in parte rintracciabile in una domanda, nazionale ed estera, che non è questa volta riuscita a fornire alcun contributo alla crescita del prodotto interno lordo.

Nello specifico, a settembre le esportazioni verso l’area Extra UE sono state caratterizzate da una grave contrazione (-3,7%) che ha impattato inevitabilmente sui dati trimestrali.

Le esportazioni italiane sono crollate in Cina, Giappone, Russia, Turchia e nei paesi OPEC.

Più dinamiche, invece, le vendite all’interno dell’Unione Europea, con un aumento verso Francia, Germania e Polonia sia in termini di volumi che di valori medi unitari.

Il mercato del lavoro ha segnato una diminuzione degli occupati dello 0,1% rispetto al mese precedente, per un totale di circa 34.000 unità.

Aumentano invece le persone in cerca di occupazione e si riducono dello 0,3% gli inattivi.

La diminuzione nell’occupazione colpisce prevalentemente i dipendenti permanenti, ed è in parte controbilanciata dai miglioramenti per i dipendenti a termine.

Nel complesso, in questo terzo trimestre, il mercato del lavoro “mantiene un orientamento lievemente positivo con un aumento del tasso di occupazione e una diminuzione della disoccupazione, che scende al 10%”.

Per quanto concerne invece il livello dei prezzi, l’inflazione è tornata a crescere nel mese di ottobre, con l’indice dei prezzi al consumo a segnare un incremento dell’1,6% circa su base annua. I rincari dei prezzi petroliferi hanno portato al rialzo delle tariffe del comparto dell’energia.

Tuttavia, se confrontato con il resto dei paesi europei, il divario inflazionistico italiano si è ridotto leggermente, di una quota pari allo 0,5%. Ciò è essenzialmente dovuto a una ripresa dell’inflazione nella maggior parte dei paesi dell’area, per via di una spinta esogena al rialzo.

Una costante ripresa è attesa nei prossimi mesi da tutti gli operatori economici. Inoltre, tra i consumatori si sono ridotte le attese di stabilità, mentre è cresciuta la quota di coloro che prevedono incrementi più intensi, pari adesso al 17%, contro il 14,5% di settembre.

Secondo l’Istat, l’economia italiana potrebbe versare nelle medesime condizioni anche nel corso dei prossimi mesi. L’indicatore anticipatore registra infatti un’ulteriore flessione e sembrerebbe indicare una fase di debolezza del ciclo economico.

Considerando infine il quadro internazionale, la crescita dell’economia globale si è confermata positiva. Il PIL degli Stati Uniti ha registrato una leggera decelerazione, e a trainare la crescita sono stati prevalentemente i consumi e gli investimenti fissi non residenziali. La fiducia dei consumatori è però salita ai massimi storici grazie alle condizioni positive del mercato del lavoro.

In Europa, il ritmo di crescita è stato ben diverso. Il terzo trimestre ha mostrato generalmente un rallentamento rispetto ai precedenti. Nello specifico, però, la Spagna ha mostrato una stabilizzazione dei ritmi di crescita su livelli abbastanza elevati, mentre la Francia è stata oggetto di una discreta accelerazione.

Il tasso di disoccupazione si mostra ancora stabile all’8,1%.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

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