Le posizioni corte nette del VIX raggiungono valori record: l’indice della paura non spaventa più
È stato definito da analisti e investitori come l’indice della paura, un incubo per i fondi speculativi. Ma il VIX, la misura della volatilità implicita delle variazioni di prezzo, ha raggiunto nella scorsa settimana dei valori record. A febbraio, il CBOE VIX ha chiuso al 3,9%, un dato di gran lunga inferiore alla media storica e il più basso mai visto nel corso degli ultimi 15 anni. L’andamento attuale apre la strada a una serie di riflessioni sul futuro del mercato.
In basso, un grafico che espone i valori record raggiunti dalle posizioni net short degli speculatori.
Gli analisti si attendono dunque un periodo di relativa calma nei mercati finanziari, che potrebbe durare a tempo indeterminato. A contribuire all’abbassamento dell’indice sarebbero stati in primo luogo gli investitori istituzionali, che si aspettano un ulteriore calo della volatilità, e i fondi speculativi. Come evidenzia Bloomberg, data la relazione inversa tra VIX e S&P 500, i fondi speculativi ritengono che le azioni riusciranno a riprendere il loro ritmo record solamente tra la primavera e l’inizio dell’estate, quando la tendenza “sell in May and go away” potrebbe infine spingere verso una rapida discesa stagionale.
L’indice, nato nel 1993, misura la volatilità implicita a 30 giorni su una serie di opzioni, put e call, basate sull’indice di riferimento S&P 500. Generalmente, valori più elevati della media (superiori a 30) sono indizio di un’elevata volatilità, mentre valori inferiori alla media (vale a dire più bassi di 20) descrivono un mercato più fiducioso. Attualmente, il VIX è fisso a 13 punti.
Tuttavia, come sottolineano alcuni analisti, una posizione net short sui futures VIX non deve necessariamente indicare che la volatilità si stia abbassando, in quanto i dati mostrati dal CFTC, ovvero la Commodity Futures Trading Commission, non tengono conto del posizionamento dei fondi negoziati in borsa, vale a dire gli ETF, che mostrano un livello di volatilità ben diverso.
Tra i rischi imminenti, gli analisti espongono in primo luogo il problema del drastico aumento delle obbligazioni societarie e la possibile sopravvalutazione che emergerà dalla morbida politica monetaria vigente.
Si ritiene, dunque, che l’elevata liquidità dei mercati globali possa continuare a spingere al rialzo le valutazioni, a prescindere dagli sforzi della Federal Reserve, che ha recentemente abbandonato l’idea di alzare i tassi d’interesse. E non si scorge all’orizzonte nessuna stretta monetaria.
Nel corso della settimana scorsa il VIX è rimasto stabile sotto i 13 punti. Nella giornata di ieri, si è assistito a un minimo di 12,60 e un massimo di 13 punti. Attualmente, alle ore 11 del 30 Aprile 2019, il VIX è appena sopra i tredici punti.