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Il ribasso di Trump e il rimbalzo di Yellen

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Jan 26, 2017, 16:07 UTC

Nella giornata di mercoledì, gli ordini esecutivi firmati da Trump non hanno fatto altro che continuare a spingere il dollaro in forte ribasso. Il

Il ribasso di Trump e il rimbalzo di Yellen

Nella giornata di mercoledì, gli ordini esecutivi firmati da Trump non hanno fatto altro che continuare a spingere il dollaro in forte ribasso. Il presidente degli Stati Uniti ha ovviamente deciso che, invece di accusare altri governi di muovere una guerra valutaria, è meglio entrare in battaglia.

Almeno, si può immaginare che questa sia l’intenzione di Trump, considerato il suo comportamento e come la diplomazia sia di scarso interesse per la sua amministrazione. Tra la sessione precedente al discorso di insediamento e la chiusura della giornata di mercoledì, l’indice del dollaro spot ha perso l’1,11%. Un ribasso notevole, specie se paragonato all’andamento del Dow Jones che, nello stesso periodo, ha guadagnato l’1,7%.

L’indice è stato spinto in rialzo dall’assenza di dati economici rilevanti sugli Stati Uniti e dal dibattito sul muro al confine tra gli Stati Uniti e il Messico. Nella giornata di mercoledì, il Dow Jones ha finalmente rotto quota 2000, mentre il dollaro ha chiuso in ribasso dello 0,32%. Il grafico a un mese dell’indice del dollaro spot assomiglia più a una pista da sci in discesa che all’andamento di una valuta prossima a inaugurare un periodo di manovre restrittive.

La sessione asiatica non ha visto un andamento migliore. L’indice del dollaro spot ha, infatti, perso lo 0,24% prima dell’avvio della ripresa in vista dell’apertura dei mercati europei. La valuta degli Stati Uniti si è mossa in ribasso nonostante il rialzo delle borse asiatiche, che continuano a preferire l’euro e persino la sterlina al dollaro. Nelle prime ore della giornata, soltanto lo yen si è mosso in ribasso.

I mercati sono innervositi dall’approssimarsi delle elezioni in alcuni Stati  membri dell’UE. L’amministrazione Trump sta, infatti, fornendo un primo esempio di governo populista con il presidente che decide facendo appello direttamente alla volontà degli elettori che, nel caso paradossale degli Stati Uniti, hanno votato in maggioranza per Clinton.

Considerato l’avvio dell’amministrazione Trump, il dollaro dovrebbe continuare a muoversi in ribasso contro l’euro. La Bce ha appena annunciato ai mercati che proseguirà ad attuare una politica monetaria estremamente espansiva, con il dollaro che si attesta a 1,07$, lontano dagli 1,03$ e da quella parità che, meno di un mese fa, pareva più probabile del raggiungimento di quota 20000 da parte del Dow Jones. Al contempo, nonostante l’incertezza che circonda la Brexit, la sterlina si muove in rialzo e non si può escludere che tocchi gli 1,28$ se Trump continuerà a spaventare i mercati.

L’assenza di dati economici sugli Stati Uniti ha certamente influito sull’andamento del dollaro. Tuttavia, nella giornata di oggi, il calendario economico comincia a essere un po’ più interessante. Nel pomeriggio, verranno, infatti, pubblicati i dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione, quelli sul commercio e le vendite di nuove abitazioni di dicembre e l’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi per il mese di gennaio.

Tutti questi dati sono sufficienti a riportare l’attenzione dei mercati sull’economia degli Stati Uniti. Il dollaro dovrebbe recuperare parte delle perdite recenti, ma, a causa di Trump, è certamente più vulnerabile. Durante le sessioni europea e degli Stati Uniti, nonostante il dibattito su chi pagherà il muro tra Usa e Messico, la valuta potrebbe apprezzarsi, ma continuerà a sperimentare questo andamento altalenante tra il rialzo verso cui spingono i dati sull’economia degli Stati Uniti e il ribasso provocato dalla retorica e dalle misure adottate da Trump.

Mentre il dollaro pare recuperare le perdite intragiornaliere subite durante la sessione di oggi, le borse sembrano dirette verso ulteriori guadagni. Le mosse dovrebbero pesare notevolmente sull’oro che, nella mattinata di oggi, è sceso al di sotto della maniglia dei 1200$. Il deprezzamento del dollaro è stato di scarsa utilità, con le borse degli Stati Uniti spinte in rialzo dai dati sugli utili societari, che sono riusciti a distrarre i mercati da Trump. Tuttavia, vi è da chiedersi quel che succederà quando i dati sugli utili societari saranno stati assimilati e i mercati avranno poco altro da prendere in considerazione oltre il confronto tra Trump e Yellen.

Distogliendo momentaneamente l’attenzione del dollaro, che continua a essere al centro della scena, nella mattinata di oggi, l’andamento della sterlina verrà determinato dalla pubblicazione dei dati sul Pil del Regno Unito nel quarto trimestre. Intanto, si accende il dibattito sulla politica monetaria della Banca d’Inghilterra. Gli ultimi dati sull’inflazione suggeriscono che, per contrastarla, sarebbe più opportuna una manovra restrittiva. Tuttavia, a tal fine, i dati sul Pil dovrebbero essere coerenti o migliori delle previsioni. Se la lettura dovesse, invece, deludere i mercati, la sterlina potrebbe muoversi in rialzo.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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