Da tempo immemore il petrolio viene chiamato "oro nero", e nei giorni scorsi ha dimostrato di valere anche di più. I metalli preziosi infatti hanno perso
Mercoledì i mercati di tutto il mondo si sono mossi in ribasso per poi invertire direzione in vista di possibili ripercussioni economiche globali delle decisioni della BCE e del FOMC. Se è vero che i recenti dati hanno segnalato una ripresa dell’economia USA, i rapporti economici dall’Asia e dall’euro zona continuano a dipingere un quadro preoccupante con una crescita incerta.
La Banca Centrale Europea, che terrà una riunione in settimana, dovrebbe incrementare il proprio programma di stimolo economico. D’altro canto la Federal Reserve, pur avendo manifestato l’intenzione di aumentare i tassi di interesse gradualmente nel corso dell’anno, alla riunione del 15 e 16 marzo non dovrebbe intervenire in tal senso.
Con la ripresa del rally sul mercato petrolifero, anche le borse Usa si muovono in leggero rialzo: il mercato rialzista celebra il suo settimo compleanno.
Il Dow Jones medio industriali registra un rialzo di 70,51 punti (+0,42%) attestandosi a 17.034,61, mentre lo Standard and Poor’s 500 guadagna 10,25 punti (0,52%) salendo a 1989,51, e il Nasdaq guadagna 18,50 punti (0,4%) attestandosi a 4667,33. I mercati azionari hanno preso spunto dal mercato globale del greggio, in rialzo dopo le forti perdite superiori al 3,5% che hanno portato il barile al di sotto dei $ 40 nel corso della sessione precedente. Il Dax dalla Germania si muove in rialzo dell’1% e il CAC 40 dalla Francia guadagna lo 0,2%, mentre l’indice FTSE 100 dalla Regno Unito rimane invariato.
Giovedì mattina il West Texas Intermedie si muove in netto rialzo salendo a $ 38,22 il barile, mentre il Brent, benchmark internazionale, dopo l’incredibile performance di mercoledì sale a $ 40,88 il barile.
Il momentum sul mercato del petrolio è in parte legato ai dati settimanali sulle riserve di greggio pubblicati dalla EIA, che segnalano un aumento delle riserve di greggio pari a 3,9 milioni di barili per un totale di 521,86 milioni di barili contro un incremento pari a 3,9 milioni di barili previsto dagli analisti. A Cushing, in Oklahoma, nello stesso periodo le riserve sono aumentate di 690.000 barili. Il petrolio greggio si muove in netto rialzo da quasi un mese, nella speranza che, dopo quasi due anni di crollo dei prezzi, alla fine i produttori stiano cedendo. Nelle ultime settimane le compagnie statunitensi hanno annunciato importanti tagli alla spesa. Mercoledì la EIA rilascerà le ultime stime sulla produzione di petrolio statunitense, che nelle ultime settimane è scesa drasticamente ed è in ribasso del 2,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; il rally è stato alimentato dalle speranze di un accordo fra i principali paesi produttori internazionali per un freno alla produzione. Il mese scorso alcuni produttori di grosso calibro, inclusa Russia e Arabia Saudita, hanno dichiarato la propria disponibilità per un piano di congelamento della produzione ai livelli di gennaio.