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Il pendolo del rischio: il dollaro e la sterlina

Da:
Bob Mason
Aggiornato: Jan 18, 2017, 14:54 UTC

Nella giornata di mercoledì, i mercati continuano a seguire un moto oscillatorio. Il sentimento nei confronti delle valute principali è determinato

Il pendolo del rischio: il dollaro e la sterlina

Nella giornata di mercoledì, i mercati continuano a seguire un moto oscillatorio. Il sentimento nei confronti delle valute principali è determinato dall’alternanza tra propensione e avversione al rischio, divenuta d’abitudine con l’inizio dell’anno. Tuttavia, questa volta, con l’approssimarsi del capodanno cinese, i mercati non possono incolpare l’economia della Cina. I responsabili possono, semmai, essere Trump e May e le loro agende politiche non molto dissimili.

Mentre i mercati guardano con incertezza al discorso di insediamento di Trump, l’intervento di May nella mattinata di martedì è stato sicuramente più accettabile. Il discorso della primo ministro britannica ha spinto la sterlina in rialzo, portando il cambio col dollaro a 1,24$ verso la chiusura. Il netto apprezzamento del 3,05% deriva dalla decisione di May di sottoporre la questione del recesso del Regno Unito dall’UE al voto del parlamento.

L’ossessione con cui si cerca di capire se la Brexit sarà intransigente o moderata lascia piuttosto perplessi, se si considera che, alla fine, il governo britannico cercherà di stabilire un rapporto del tutto nuovo con l’UE, uscendo dal mercato unico europeo per riottenere il pieno controllo sui propri confini.

Le ultime mosse indicano che la sterlina rimarrà legata al sentimento del mercato, a sua volta dipendente dai dubbi circa gli sviluppi della Brexit, ossia se tale processo sarà intransigente o moderato. Se la tabella di marcia proposta da May è ragionevole, il recesso del Regno Unito dall’UE dovrebbe essere completato per il 2018.

Il piano di May pone i mercati innanzi a un dilemma per i prossimi 26 mesi, sebbene ci si possa aspettare che la questione venga risolta nel breve periodo. Inoltre, con l’avvio dei negoziati tra Londra e Bruxelles, la volatilità dovrebbe cominciare a manifestarsi. Le decisioni che verranno prese da qui ai primi accordi dipenderanno più dall’andamento dell’economia britannica, dal sentimento verso la politica monetaria della Banca d’Inghilterra e dalla giudizio dei mercati sull’adempimento degli obiettivi che May ha esposto nella giornata di martedì.

L’apprezzamento sperimentato dalla sterlina nella sessione di martedì è stato certamente eccessivo, ma ciò non vuol dire che mosse simili non si ripeteranno nei prossimi mesi. Dati macroeconomici fondamentali sul Regno Unito, come quelli sull’occupazione, pubblicati nella giornata di oggi, o quelli sulle vendite al dettaglio di dicembre, che verranno diffusi nella sessione di venerdì, potrebbero influire sulle decisioni di politica monetaria della Banca d’Inghilterra.

Dopo l’aumento dell’inflazione a dicembre, come mostrato dalle cifre pubblicate nella mattinata di ieri, qualora mostrassero stabilità, i dati sul mercato del lavoro diffusi nella mattinata di oggi rafforzerebbero la necessità di una manovra restrittiva. Carney si è detto preoccupato da un declino della spesa per i consumi in un contesto di aumento dei prezzi. Se i dati che verranno pubblicati questa mattina e quelli sulle vendite al dettaglio previsti per la giornata di venerdì saranno positivi, mostrando che i consumatori continuano a trascurare l’esito del referendum sulla Brexit e il possibile tracollo dell’economia britannica, il pessimismo certamente diminuirà.

La sterlina si è mossa in ribasso dai massimi toccati nella giornata di martedì, ma è probabile che il deprezzamento della coppia GBP/USD abbia più a che fare con i dati sull’inflazione di dicembre negli Stati Uniti, che verranno pubblicati nel pomeriggio di oggi. Un’accelerazione del tasso di inflazione fornirebbe, infatti, alla Fed più di un motivo per attuare una politica monetaria maggiormente restrittiva. Tuttavia, la Fed avrà le mani legate fino al discorso di insediamento di Trump. Nel corso della settimana, per quanto riguarda la politica monetaria, i membri del Fomc si sono mostrati prudenti, nonostante il continuo andamento positivo dell’economia degli Stati Uniti.

A ogni modo, alcuni sperano che Trump possa riuscire a tenere un discorso simile a quello di May. Tuttavia, non si tratta esclusivamente di forma, ma di sostanza.

May è stata chiara e, dopo due mesi di retorica da parte di Trump, che pure ha avuto effetti positivi sui mercati, è ora che la nuova amministrazione repubblicana faccia chiarezza sulle politiche che intende adottare.

Nelle prime ore della giornata, l’oro ha perso appena lo 0,34%, ampiamente riflettendo che la domanda di beni rifugio è determinata più dal nervosismo per il discorso di insediamento di Trump. Nella giornata di martedì, l’oro era salito dell’1,27%, con lo yen che cedeva lo 0,57% contro il dollaro. Nella prima parte della sessione, l’interesse per il dollaro era costantemente aumentato in attesa dei dati sull’inflazione di dicembre negli Stati Uniti e del discorso di Yellen. Ci si aspettano ulteriori guadagni, poiché i mercati dovrebbero liberarsi dalle preoccupazioni, concentrandosi sui dati macroeconomici e sul discorso di Trump, retorica a parte.

Per il resto della settimana, i mercati continueranno a essere influenzati dall’incertezza che circonda il discorso che Trump pronuncerà nella giornata di venerdì. L’unica domanda è se il rischio geopolitico oscurerà le previsioni positive sull’economia degli Stati Uniti. I mercati sono assolutamente consapevoli del fatto che, più Trump sarà privo di contenuti, più incerta sarà l’azione della Fed. Da oggi alla giornata di venerdì, tutto dipenderà dalle affermazioni di Trump.

Alla stesura di questo rapporto, il cambio tra sterlina e dollaro cede lo 0,76% per toccare gli 1,23197$. L’indice del dollaro spot si attesta a 100,61, in rialzo dello 0,35%.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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