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Il giorno dell’euro

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Dec 30, 2016, 17:15 UTC

È l'ultimo giorno dell'anno e molti tireranno un sospiro di sollievo: il 2016 è, infatti, stato un anno difficile, esemplificato dalla vittoria di Trump

Il giorno dell’euro

È l’ultimo giorno dell’anno e molti tireranno un sospiro di sollievo: il 2016 è, infatti, stato un anno difficile, esemplificato dalla vittoria di Trump che ha spinto il dollaro in rialzo nell’ultima settimana dell’anno con considerevoli guadagni. L’andamento dell’euro è stato piuttosto positivo, con un ribasso di appena il 5,2% verso Natale. Al contrario, nello stesso periodo, lo yen e il dollaro australiano si sono notevolmente deprezzati, perdendo rispettivamente l’11,6% e il 7,6%.

Nel corso di questa settimana, il minore volume di trading ha esercitato pressione sul dollaro, con i mercati che cercano di assicurarsi i profitti prima di capodanno e con un certo grado di incertezza circa la prosecuzione del rialzo della valuta statunitense.

Per il trading, questo è un periodo certamente insidioso, con l’euro che, durante la sessione asiatica, raggiunge il massimo a 1,0653$ prima di ridiscendere a 1,0531$ al momento della redazione di questo articolo. L’apprezzamento non è stato provocato da alcun dato economico o di mercato e, pur non tanto notevole come il drammatico crollo improvviso della sterlina, è stato sicuramente inaspettato.

Nelle ultime settimane, i dati macroeconomici sull’Eurozona sono stati relativamente stabili, ma è pur vero che i mercati europei devono affrontare una serie di fattori negativi all’inizio dell’anno. In particolare, si prevede un aumento del rischio geopolitico.

I rischi conosciuti sono, ovviamente, la possibile tendenza negativa dell’economia europea che deriverebbe dalla prosecuzione del deprezzamento della sterlina e da un Brexit massimalista. Il Regno Unito è, infatti, un partner commerciale strategico per l’UE e tale relazione si riflette nel suo disavanzo commerciale. Vi sono, poi, da considerare le elezioni nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania. Tutto ciò prima ancora di valutare l’impatto di una possibile guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina con la revisione delle ragioni di scambio da parte dell’amministrazione Trump, che entrerà in carica il 20 gennaio.

I dati economici sull’Eurozona pubblicati nella mattinata di oggi sono stati limitati all’inflazione in Spagna nel mese di dicembre. Pertanto, difficilmente i mercati presteranno attenzione alle statistiche. Prima della chiusura, il dollaro potrebbe recuperare parte delle perdite, ma un rialzo della valuta statunitense sull’euro pare difficile, con i mercati che stanno riscuotendo i profitti prima della fine dell’anno.

L’avvio del nuovo anno sarà sicuramente interessante. Probabilmente, ci si continuerà a chiedere soprattutto se il dollaro non si trovi in condizioni di iperacquisto.

L’assenza di dati macroeconomici ha limitato il rialzo del dollaro. Secondo la lettura pubblicata nella giornata di giovedì, il disavanzo commerciale dei beni è aumentato, a ricordare gli effetti dell’apprezzamento del dollaro sull’economia degli Stati Uniti in generale e sugli utili societari in particolare.

I mercati sono in cerca di indicazioni sulle effettive possibilità che Trump vari le misure di stimolo fiscale e iniziano a speculare sulla tempistica del primo dei quattro innalzamenti dei tassi da parte della Fed. Tutto ciò potrebbe determinare l’andamento del dollaro, avvicinandolo alla parità con l’euro nel primo trimestre. Tutto dipende da come l’economia cinese risponderà a Trump, dai deflussi di capitali, dalla politica monetaria restrittiva e da un possibile stretta creditizia.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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