Nella prima parte della giornata, il mercato manca di convinzione. Dopo due giorni di ribasso, il dollaro rimane relativamente invariato a causa del
Nella prima parte della giornata, il mercato manca di convinzione. Dopo due giorni di ribasso, il dollaro rimane relativamente invariato a causa del sentimento verso la politica monetaria degli Stati Uniti e le misure di bilancio dell’amministrazione Trump.
Nella nottata di mercoledì, l’unico commento negativo sull’economia degli Stati Uniti contenuto nella relazione di Yellen al Congresso può avere inavvertitamente pesato sul dollaro. Per tutta la settimana, i dati sugli Stati Uniti hanno continuato a impressionare positivamente, aumentando le probabilità di una manovra restrittiva a marzo.
Nonostante ciò, il sentimento generale nei confronti del dollaro rimane invariato. Verso la conclusione della sessione di giovedì, il confronto tra la Fed e l’amministrazione Trump si è fatto sentire, con la conferenza stampa del presidente degli Stati Uniti che ha lasciato i mercati confusi e scettici circa le promesse annunciate nella scorsa settimana di una riforma del sistema tributario. Trump ha, infatti, dichiarato che la riforma del sistema sanitario ha la massima priorità.
Con i mercati che devono comprendere questo improvviso cambiamento, la conferenza stampa ha avuto il solito tono, andando ad alimentare il sentimento negativo. Tuttavia, nell’ultima settimana, i mercati hanno cominciato ad abituarsi allo stile di Trump, il cui atteggiamento più aperto al dialogo con i partner commerciali ha ridotto la tensione.
Data l’assenza di dati nella sessione di oggi e la chiusura dei mercati statunitensi nella giornata di lunedì, rimane ben poco in grado di modificare l’attuale sentimento nei confronti del dollaro. Vi sono giusto le ultime due giornate di ribasso, che potrebbero stimolare acquisti di dollari durante le sessioni europea e degli Stati Uniti. Tuttavia, i mercati dovranno trascurare la marcia indietro sulla riforma del sistema tributario attuata da Trump e tornare a concentrarsi sugli indicatori economici sugli Stati Uniti e sui toni da falco utilizzati dai membri del Fomc e dalla presidente della Fed nelle dichiarazioni rese durante la settimana, esclusa l’audizione innanzi alla Camera dei Rappresentati tenuta da Yellen nella giornata di mercoledì.
L’indice del dollaro spot è riuscito a recuperare, guadagnando lo 0,17% per salire a quota 100,61 all’apertura dei mercati europei. Tuttavia, considerata l’assenza di direzione e di dati, nel corso della giornata, qualora i mercati non riuscissero ad abbandonare il sentimento negativo, il dollaro potrebbe limitare i guadagni.
Nel Regno Unito, la situazione è lievemente più interessante a seguito della pubblicazione, nella giornata di mercoledì, dei dati sull’inflazione, risultati inferiori alle aspettative. Inoltre, i mercati devono elaborare i dati sulle vendite al dettaglio di gennaio.
Tale lettura ha provocato delusione, registrando un calo mensile dello 0,3%, ben al di sotto dell’incremento atteso dello 0,7%. Inoltre, il dato di dicembre, già considerato negativo, con un declino del 2,1% su base mensile, è stato corretto al ribasso.
Secondo la Banca d’Inghilterra, nel corso del primo trimestre, l’economia potrebbe rallentare. Tale dichiarazione, unita al dato sulle vendite al dettaglio, rafforza le ipotesi secondo cui la Banca d’Inghilterra deve prendere in considerazione ulteriori misure espansive. I mercati hanno appena cominciato a considerare un innalzamento dei tassi, ma questo necessitava di un tasso di inflazione che raggiungesse almeno l’obiettivo del 2% fissato dalla Banca d’Inghilterra.
I mercati hanno risposto coerentemente ai dati, con la coppia GBP/USD che perde lo 0,32% per toccare il minimo degli 1,24084$.
A mio parere, l’inflazione doveva essere lo spauracchio dell’economia britannica nel primo trimestre. Considerato l’indice dei prezzi alla produzione di gennaio, che indica un accelerazione dell’inflazione, pare che sia proprio così. Tuttavia, l’immediata risposta dei mercati sarà sui dati pubblicati nella mattinata di oggi e sulle loro possibili conseguenze per la politica monetaria. Durante il primo trimestre, l’economia potrebbe essere sotto pressione, particolarmente nel settore dei servizi.
Negli Stati Uniti, i mercati continueranno a seguire il confronto tra la Fed e l’amministrazione Trump, che tanto incide sull’andamento del dollaro.
Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot guadagnava lo 0,24% per salire a quota 100,68. Il dollaro recuperava sull’euro, mentre la sterlina, su cui premono i dati delle vendite al dettaglio, potrebbe rimanere sotto pressione nel resto della sessione europea.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.