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I mercati valutari reagiscono al PMI cinese e all’Indice Tankan giapponese

Da
Barry Norman
Pubblicato: Apr 1, 2013, 16:19 GMT+00:00

Venerdì i mercati mondiali sono rimasti chiusi in occasione del Venerdì Santo e il fine settimana di Pasqua si è mostrato assai povero di notizie che

I mercati valutari reagiscono al PMI cinese e all’Indice Tankan giapponese

Venerdì i mercati mondiali sono rimasti chiusi in occasione del Venerdì Santo e il fine settimana di Pasqua si è mostrato assai povero di notizie che potessero fungere da mover. Oggi, mentre i mercati europei rimangono chiusi, quelli asiatici riaprono per essere contrattati sul retro di una serie di deludenti dati provenienti da Cina e Giappone. In Cina i dati sul PMI manifatturiero pur stampandosi al di sotto delle aspettative hanno continuato a mostrare un’espansione. Tuttavia i mercati azionari asiatici sono stamane negoziati in territorio negativo guidati al ribasso dall’indice giapponese a picco dopo i non certo brillanti esiti dell’Indice Tankan.  Negli Stati Uniti invece gli indici azionari di Wall Street continuano a guadagnare terreno trainati dallo Standard & Poor 500 che registra un nuovo massimo storico di tutti i tempi. Il settore manifatturiero cinese si è espanso a febbraio ad un ritmo più veloce di quanto abbia fatto a gennaio suggerendo come anche la seconda potenza economica del mondo sia in fase di ripresa. Stando all’Ufficio Nazionale di Statistica e alla Federazione Cinese di Logistica l’indice di attività dei responsabili agli acquisti del settore manifatturiero cresce a febbraio per attestarsi sui 50,9 punti, il livello più alto degli ultimi 11 mesi. Tuttavia, le aspettative di mercato avevano scommesso su un’espansione di 52 punti e pertanto il dato seppur in aumento è andato a pesare sull’euro che perde stamane 43 punti per essere negoziato a 1,2777$, mentre l’AUD è sceso a 1,0397$ e il kiwi a 0,8354$.

Lo scorso venerdì un rapporto ha mostrato che nel mese di febbraio il reddito personale USA è aumentato del 1,1% dopo aver registrato a gennaio un calo del 3,7%. Gli economisti avevano previsto una crescita dello 0,9%. Insomma nonostante il recente innalzamento della pressione fiscale il reddito dei cittadini americani sembra crescere sostenendo la ripresa. Questa settimana i trader non mancheranno di prestare particolare attenzione alle diverse riunioni delle banche centrali: martedì sarà la volta della RBA seguita mercoledì dalla BOJ, mentre giovedì sarà il turno di BoE e BCE.  Tuttavia l’evento principale della settimana sarà indubbiamente la pubblicazione del rapporto delle buste paga nei settori non agricoli in programma per venerdì. Intanto la sterlina britannica è negoziata a 1,5185

Alla fine dello scorso giovedì, l’ultimo giorno di negoziazione della scorsa settimana, i principali indici azionari americani, Dow Jones Industrial Average, Nasdaq e S & P 500, hanno chiuso in territorio positivo. Il Dow è salito dello 0,36% per chiudere a 14.579, mentre lo S&P 500 ha guadagnato lo 0,41% per attestarsi sui 1.569. In rialzo anche gli indici europei con il britannico FTSE cresciuto dello 0,38%, il DAX dello 0,08% e il CAC 40 dello 0,53%.

Dopo le nuove riforme del governo Abe, pronto ad impegnarsi in un’aggressiva politica monetaria e fiscale pur di debellare la decennale piaga della deflazione, la fiducia delle imprese giapponesi si mostra in crescita nel primo trimestre 2013, ma pur sempre al di sotto delle precedenti aspettative di mercato. L’indagine Tankan condotta dalla Banca del Giappone ha mostrato che il clima di fiducia dei grandi produttori non manifatturieri giapponesi è aumentato nel primo trimestre 2013 per il secondo semestre consecutivo attestandosi sui 6 punti rispetto ai precedenti 4. Tuttavia, il dato relativo alla fiducia dei grandi produttori manifatturieri seppur in miglioramento rispetto ai -12 dell’ultimo trimestre 2012, rimane negativo per fissarsi in questo primo trimestre 2013 a -8, contro una precedente stima di -7.  Entrambe le relazioni, pur mostrando un miglioramento, vanno quindi a stamparsi al di sotto delle precedenti aspettative di mercato.  Intanto lo JPY continua a rafforzarsi per essere negoziato in vista della riunione BoJ a 93,94.

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