I mercati festeggiano Jair Bolsonaro, il nuovo presidente del Brasile. Ma i riflettori sono ancora puntati sul suo Ministro delle Finanze

Con il 55% dei voti, Jair Bolsonaro è il nuovo presidente del Brasile, trionfante su Fernando Haddad, che come prevedibile non ha raggiunto nemmeno il 45% dei consensi.

La vittoria dell’estrema destra è stata accompagnata dall’esultanza del popolo nelle piazze e su internet, mentre il “Trump brasiliano”, così ribattezzato dalla stampa internazionale, si appresta a governare un Paese assai indebolito.

Ma se da un lato la figura estremamente controversa del nuovo presidente non può lasciare indifferenti, per i mercati Bolsonaro potrebbe rivelarsi la personalità più indicata al momento. A prova di ciò, l’andamento del real brasiliano, che ha sfiorato il 15% a partire dal minimo raggiunto il mese scorso. Il nuovo Ministro delle Finanze, Paulo Guades, ha già annunciato di avere come obiettivo principale quello di restituire il Brasile a un regime di sostenibilità fiscale, con una riforma pensionistica concentrata su obiettivi di lungo periodo.

Tuttavia, sebbene i mercati apprezzino le politiche liberiste del nuovo Ministro, sembrerebbe che, su questo fronte, l’entusiasmo della popolazione sia ben più tiepido. Si ritiene quindi che le prime misure adottate possano essere meno radicali di quanto annunciato.

Nonostante ciò, l’euforia dei mercati continua ad accompagnare il nuovo governo: gli asset brasiliani più rischiosi, già da due mesi, hanno subito un consistente rialzo a causa dell’interesse rivolto nei confronti del candidato alla presidenza. E il discorso di Bolsonaro non ha fatto altro che rafforzare l’impressione positiva: accanto alla riforma fiscale, trova posto la lotta alla corruzione e la privatizzazione di alcune imprese pubbliche ad alto valore strategico.

Gli occhi dei mercati restano dunque puntati sul Brasile, mentre la figura di Bolsonaro sfoca progressivamente rivelando l’enorme fama del Ministro Paulo Guades. Laureato all’Università di Chicago, è unanimamente riconosciuto come un discepolo dei Chicago Boys, il ristretto gruppo di riformisti liberali guidati dal celebre Milton Friedman.

L’obiettivo di azzerare il deficit fiscale, sostiene Guades, potrebbe essere raggiunto in appena un anno, grazie ai già citati piani di privatizzazione e alla riforma previdenziale. Non sono mancate parole dure nei confronti del tristemente noto Partito dei Lavoratori, colpevole di aver spinto il Brasile in piena recessione.

Sebbene non siano ancora intuibili i dettagli delle prime manovre del Ministro, i mercati sembrano riporre la massima fiducia in una maggiore apertura dell’economia brasiliana, con riduzione dei dazi doganali e contestuale creazione di accordi bilaterali solidi e duraturi.

Per il Brasile è una nuova occasione per riemergere dalla sua peggiore recessione, che ha spinto la disoccupazione al 12% e il deficit al 7% del PIL. L’eccessiva spesa per il governo e il sistema pensionistico regressivo, se  attentamente revisionati, potrebbero originare una lieve crescita, ma nel lungo periodo la personalità del nuovo Presidente potrebbe minacciare il già precario equilibrio sociale.