Nel fine settimana il greggio continua ad essere il cavallo di battaglia dei mercati poichè i membri Opec e i paesi non appartenenti all'Opec hanno
Nel fine settimana il greggio continua ad essere il cavallo di battaglia dei mercati poichè i membri Opec e i paesi non appartenenti all’Opec hanno finalmente raggiunto un accordo sui tagli della produzione. L’avvenimento segue l’accordo stipulato il 30 novembre dai produttori Opec col il fine di stimolare i prezzi del greggio in costante ribasso. E’ infatti al credito dei produttori di greggio che sono finalmente riusciti a raggiungere un accordo, tenendo da parte le loro considerazioni geopolitiche, per ora. Tale scenario ha supportato i prezzi spingendo il greggio oltre i massimi del range; il petrolio si attesta al di sopra dei 54$ mentre scriviamo. A tale proposito ci sembra opportuno segnalare come i prezzi del greggio abbiano seguito esattamente i modelli previsti dal 30 novembre. Le nostre previsioni, infatti, avevano stabilito che la corsa dei tori avrebbe portato i prezzi del greggio al livello dei 52$ e che una successiva correzione avrebbe proiettato il mercato verso la regione dei 50$ per poi raggiungere l’obbiettivo successivo a breve termine dei 55$, proprio come mostrato dal mercato.
Ora, l’attenzione è interamente rivolta all’attuazione e al monitoraggio dell’accordo che dovrebbe iniziare nel mese di gennaio 2017 e che, in caso di esito positivo, sarebbe un successo enorme per i produttori di greggio. Prevediamo numerose sfide nel corso dell’attuazione dell’accordo, tuttavia, resta ancora capire se sarà possibile. Detto questo, in uno scenario a breve termine, i prezzi del greggio restano rialzisti, pertanto, non escludiamo la possibilità di raggiungere il livello dei 60$. Alla luce di quanto appena detto, riteniamo che in uno scenario a breve termine i prezzi del greggio si stabilizzeranno tra la regione dei 55$ e quella dei 60$.
I prezzi del metallo giallo si muovono in ribasso sulla scia dell’avvicinarsi della riunione Fed che si terrà nel corso della settimana e che potrebbe portare ad un innalzamento dei tassi di interesse. A tale proposito ricordiamo come nelle sessioni precedenti avevamo già mostrato come i prezzi del prezioso sarebbero rimasti sotto pressione nel breve e nel medio termine sulla scia di un possibile innalzamento dei tassi di interesse. In un simile scenario, non escludiamo la possibilità di assistere ad uno spostamento dei fondi dall’oro al dollaro statunitense poiché siamo alla ricerca di attività più redditizie. Un calo della domanda potrebbe spingere il metallo giallo ulteriormente in ribasso nelle prossime settimane.
Anche i prezzi dell’argento restano sotto pressione sulla scia della forza del dollaro statunitense. Tale tendenza sembra essere destinata a perdurare anche nelle prossime settimane, tuttavia, l’argento sembra essere proiettato verso una performance migliore dell’oro in termini percentuali.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.