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Fca rivoluziona gamma city car, Panda e 500 ibride: nuova economia circolare

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Feb 9, 2020, 10:35 UTC

Fca rivoluziona la sua gamma city car con Fiat Panda e Fiat 500 ibride. Una nuova economia circolare sta nascendo.

Fca, Fiat Panda

Fca lancia la nuova Fiat Panda ibrida e la nuova Fiat 500 ibrida e con questo doppio lancio si può finalmente dire che Fiat ha le sue autovetture ibride elettriche. In realtà un ritorno al passato dal momento che proprio Fiat una trentina di anni fa sperimentava la prima Panda totalmente elettrica, progetto poi sciaguratamente abbandonato.

Ora Fiat deve necessariamente correre ai ripari perché il terremoto Greta e la crescente onda green mondiale, chiedono senza sconti a nessuno di cambiare drasticamente rotta.

Del resto lo stesso Michael Manley lo aveva detto a fine gennaio nella sua doppia veste di Ceo di Fca e di presidente di ACEA. L’Europa per diventare carbon neutral entro il 2050 ha bisogno di un Piano in 10 punti dell’industria automobilistica, piano sottoscritto dalle 16 principali case costruttrici di autoveicoli. L’impegno è ridurre le emissioni di CO2 fino ad azzerarle.

Fiat combatte il climate change con Panda e 500 ibride

Abbandonato il motore diesel per il quale nemmeno le direttive euro 6 sembrano bastare ai comuni (Milano e Roma in alcuni casi ne vietano la circolazione), la transizione Fca e in particolare di Fiat verso le auto a zero emissioni si chiama ibrido elettrico.

Un nuovo motore Firefly mille benzina aspirato a 3 cilindri e propulsione da 70 CV, con basamento in alluminio che pesa soltanto 77 chili. La lotta al cambiamento climatico della Fiat parte da qui, da un motore piccolo e leggero a cui si associa un motore elettrico BSG a 12 volt e una batteria al litio supplementare autoricaricante. I consumi si riducono del 20 – 30% secondo la casa automobilistica.

Non solo, alle basse velocità è possibile attivare il “veleggiamento”: il motore termico si spegne e il viaggio nel traffico cittadino prosegue con il solo elettrico.

E per essere perfette, le nuove Panda e 500 ibride saranno rivestite con tessuti ricavati dalla plastica riciclata. Sapete quale? La plastica raccolta dal mare.

Basterà il motore ibrido a Fca?

Il 2019 di Fca si è chiuso con un utile netto di 2,7 miliardi di euro, in calo del -19% rispetto al 2018 tuttavia sufficienti a confermare i target fissati al 2020, ci dice Il Sole 24 Ore.

I risultati migliori arrivano dal Nord America e dai nuovi record in America Latina, dove il gruppo va forte grazie ai marchi Ram e Jeep. In particolare i modelli Ram hanno venduto il +18% nel 2019 solo negli Stati Uniti.

I cali si sono avuti in Cina (ma non per il coronavirus è ovvio) e nell’ampia regione EMEA. Fca nel 2019 ha messo fuori produzione alcuni modelli e come conseguenza si sono ridotte le vendite.

Solo alla fine del 2020 sapremo se il motore ibrido sarà stato capace di risollevare le vendite di autovetture in Europa. Ma è chiaro che bisognava necessariamente affiancare all’ibrido benzina/metano, un motore ibrido termico/elettrico come da anni fanno tante altre case automobilistiche.

È nell’ibrido che si sposta la battaglia delle case automobilistiche a caccia di nuovi clienti, è attraverso l’ibrido termico/elettrico che passa la transizione ad un pianeta meno inquinato.

Fca con l’elettrico fa sul serio

Se della Fiat Panda a idrogeno non se ne ha più alcuna memoria, Fca e l’elettrico sembrano fare sul serio. Si erano lasciati un po’ di tempo fa, ma ora il ritorno di fiamma sembra essere destinato a durare. Naturalmente Fca ha poco know how e ora è costretta a stringere partnership e joint venture alla pari con altre società più avanti.

A metà gennaio si è saputo con ufficialità che Fca è in trattativa con la cinese Hon Hai Precision del gruppo Foxconn, per la costruzione di veicoli elettrici in Cina di nuova generazione. Una mossa che introdurrà Fca nel business dei veicoli connessi ad internet (IoV: Internet of Vehicles).

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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