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Crescita asfittica, inflazione o stagflazione. Cosa ci aspetta all’orizzonte

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Mar 28, 2022, 08:49 UTC

Crescita asfittica, inflazione o stagflazione, cosa ci aspetta all’orizzonte? Gli investitori sono alla ricerca di un nuovo assetto del portafoglio, ecco dove guardare.

crescita

In questo articolo:

Prima la pandemia che ferma l’economia, quindi la presa di consapevolezza delle opportunità date alle imprese digitali, successivamente le riaperture delle economie che hanno dovuto fare i conti, però, con settori fondamentali non pronti a soddisfare una repentina ripresa della domanda, e da qui l’inflazione.

Poi Vladimir Putin che ha deciso una guerra di conquista ed invaso l’Ucraina.

L’economia e i mercati si trovavano, prima del 24 febbraio, alle prese con una sperata ripartenza di quei settori che ancora non si erano ripresi dalla pandemia, ma che lo avrebbero fatto con la caduta delle restrizioni quest’anno. Ora, invece, sono alle prese con le enormi incognite causate da questa guerra che ha cambiato la storia.

Come ha detto il CEO di BlackRock, Larry Fink, la globalizzazione è finita. Si torna ai regionalismi di 30 anni fa, o meglio, sarà un mix tra globalizzazione tarpata e regionalismi. Nuovi legami nasceranno in America Latina e in particolare in Africa. Mai come ora quest’ultimo continente potrebbe beneficiare delle tristi evoluzioni della storia e approfittarne, se lo saprà fare.

Come navigare in questi mari turbolenti?

Siamo alle prese con una crescita tarpata per il 2022 e forse anche per 2023 (sognavamo tutt’altro), una inflazione che ora rischia di essere allarmante tanto da alimentare lo spettro di un ritorno alla recessione degli anni ‘70 dello scorso secolo.

Gli scenari sono 3:

  1. crescita asfittica, ma crescita;
  2. inflazione che porta alla stagflazione;
  3. recessione.

Come capire dove ci stiamo dirigendo? Questo è il rompicapo che cercano di risolvere i grandi gestori del risparmio.

Individuare adesso la rotta macroeconomica dei prossimi anni è fondamentale.

La stagflazione non è da escludere. L’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia ha portato ad un aumento dei prezzi dei beni, anche di prima necessità, che induce le famiglie a spendere meno per provare a preservare il potere di acquisto.

Sui mercati bisogna capire se i rischi di stagflazione e di inflazione sono già stati del tutto scontati o se bisogna attendersi un ulteriore scivolone.

Su questo punto l’evoluzione della guerra in Ucraina è ora diventata la nuova bussola dei mercati, sostituendo la pandemia che ci aveva accompagnati negli ultimi due anni: nessuno dei due è un bel compagno di viaggio.

La recessione non è da escludere se i prezzi delle materie prime quali il petrolio, il gas naturale e il grano dovessero continuare a salire. La Russia sta facendo di tutto per far scontare all’Occidente le sanzioni ricevute, così blocca la partenza delle navi cariche di grano nel Mar Nero, impone il pagamento del suo gas in rubli e bisognerà vedere quale mossa sul petrolio.

Una apertura al petrolio del Venezuela e dell’Iran appare come necessario per alleviare la risalita del prezzo del greggio.

Soluzioni?

Alcuni analisti che gestiscono il risparmio, invitano gli investitori a guardare alla Cina. Ma questo “suggerimento” appare come un ripetere la dipendenza dell’Europa dalla Russia, ma sul piano degli investimenti finanziari.

Già negli ultimi due anni il governo cinese ci ha mostrato come con le sue decisioni politiche è capace di incidere sui mercati finanziari interni, causando la caduta di valore dei titoli quotati sulle sue borse.

E poi, si può avere fiducia di una autarchia? Guardare all’evoluzione della relazione Cina-Taiwan, dovrebbe essere per gli investitori che aspirano al mercato cinese quasi un monito.

L’America Latina, ha scritto Larry Fink nella sua recente lettera gli azionisti, potrebbe trarre vantaggio dal mutato scenario geopolitico.

Aggiungiamo, che anche l’Africa è ben posizionata. L’Italia si è già mossa per ricevere da qui più gas già da quest’anno e ancor di più dal prossimo anno, ma lo farà il resto dell’Europa.

Guardare all’Africa potrebbe essere una delle soluzioni, senza dimenticare le opportunità che comunque proverranno dai fondi del Next Generation Eu, anche se tarpate dall’imprevisto cambiamento storico in atto.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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