Credit Suisse Group, FINMA avvia un procedimento di enforcement

Nuovo capitolo nella storia dei pedinamenti commissionati da Credit Suisse Group, l’Autorità finanziaria di vigilanza sui mercati finanziari svizzeri (FINMA) ha avviato “un procedimento di enforcment” a carico della banca elvetica.

“Nel quadro degli accertamenti effettuati nel contesto dello scandalo dei pedinamenti ordinati da Credit Suisse, la FINMA aveva nominato un incaricato della verifica presso la banca (cfr. Comunicato stampa del 20 dicembre 2019)”, scrive FINMA comunicando con il nuovo aggiornamento i risultati di quella attività investigativa.

“L’incaricato ha esaminato i fatti rilevanti dal punto di vista del diritto in materia di vigilanza in relazione alle attività di pedinamento compiute dalla banca. Nel frattempo, la verifica svolta dall’incaricato si è conclusa.”

Conclusa la fase di verifica degli incaricati dell’autorità finanziaria ecco arrivare ora “un procedimento di enforcement nei confronti di Credit Suisse, al fine di esaminare in modo approfondito gli indizi di violazione del diritto in materia di vigilanza in relazione alle attività di pedinamento e di sicurezza della banca, in particolare per quanto concerne il modo in cui tali attività sono state documentate e controllate.”

Questa fase di ulteriore investigazione sarà coperta dall’assoluto riserbo fa sapere la FINMA che nel comunicato diffuso mercoledì 2 settembre ha riferito che “informerà in merito alla chiusura del procedimento di enforcement” i futuri sviluppi ma, nel frattempo, “per tutta la durata del procedimento non fornirà indicazioni in merito all’oggetto delle indagini in corso né alla possibile data di conclusione.”

Tuttavia la FINMA offre una tempistica di conclusione delle indagini scrivendo che “le esperienze maturate in passato consentono di affermare che procedimenti di questo tipo possono protrarsi per vari mesi.”

La banca svizzera, con sede a Zurigo, ha fatto sapere che continuerà a collaborare con la FINMA per giungere ad una conclusione delle indagini e della questione che porti fuori dallo scandalo la storica banca.

Credit Suisse Group, i fatti dello scandalo

Nel 2019 si è scoperto che due ex dipendenti della Credit Suisse sono stati pedinati. Uno di questi è l’ex capo della gestione patrimoniale Iqbal Khan.

A seguito della prima fase di indagini condotta da FINMA, ad inizio 2020 l’amministratore delegato Tidjane Thiam si è dimesso affermando però di non essere a conoscenza delle attività di spionaggio interno poste in essere nei confronti dei due ex dipendenti.

Anche il COO di Credit Suisse Group Pierre-Olivier Bouee si è dimesso. Ma il fatto più eclatante è il suicidio(?) di un investigatore privato coinvolto nell’attività di spionaggio.

Le scuse di Rohner

La banca ha provato in qualche modo a riparare il danno fatto e così è intervenuto il presidente del Cerdit Suisse Urs Rohner che nell’ottobre del 2019 si è scusato con l’ex alto dirigente Iqbal Khan e la sua famiglia per l’attività di spionaggio “sbagliata e sproporzionata”.

Uno scandalo, secondo Rohner, che ha causato “gravi danni alla reputazione della banca”, ora vista come la banca che spia i suoi dipendenti.

L’indagine interna

Mentre l’indagine della FINMA prosegue per appurare tutti i fatti, quella interna è già giunta a conclusione attraverso lo studio legale Homburger, che lo scorso anno ha stabilito che Bouee ha agito da solo nell’attività di spionaggio di Khan e dell’altro dipendente.

A luglio dello scorso anno Khan ah deciso di lasciare il Credit Suisse passando alla diretta rivale UBS.