Pubblicita'
Pubblicita'

Atlantia KO, Aspi a rischio default, Germania e Cina in pressing

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jul 14, 2020, 07:04 UTC

Atlantia crolla in Borsa, Aspi è a a rischio default e intanto la Germania e la Cina vanno in pressing per gli interessi che hanno le loro società.

Atlantia spa, Autostrade per l’Italia

Credevamo di aver visto, sentito e letto tutto su Atlantia e la vicenda che coinvolge la mala gestione di Autostrade per l’Italia (Aspi), invece si sono aggiunti nuovi aspetti interessanti, nuove forze che fanno sentire la loro presenza.

Queste forze sono gli investitori tedeschi e cinesi presenti con quote di partecipazione in Autostrade per l’Italia spa.

Secondo Il Sole 24 Ore, ieri, addirittura la Cancelliera Angela Merkel in persona avrebbe chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte informazioni, e avrebbe manifestato la preoccupazione di Allianz e di altri industriali tedeschi che hanno interessi in gioco nella vicenda.

Non più solo una questione di giustizia, non più solo una questione di politica interna, ma una vicenda che si arricchisce di attori internazionali di non poco conto.

Anche la Cina avrebbe fatto pressioni convocando addirittura l’ambasciatore italiano a Pechino. Motivo? Tra gli azionisti di Aspi vi è anche il fondo cinese Silk Road Fund.

Una vicenda quindi internazionale, anche e che tuttavia sembra destinata a un malsano epilogo.

Ma Atlantia non ci sta e per oggi ha convocato una riunione del consiglio di amministrazione. Quasi in contemporanea, alle 11.00, anche il governo italiano si riunirà per discutere della “fine” di Aspi.

Atlantia, il titolo in Borsa e la nuova strategia

Il Gruppo Atlantia ieri ha vissuto la sua Caporetto o forse solo un assaggio di essa. Il titolo è crollato del -15,19% a 11,36 euro ad azione.

Il titolo Atlantia (ATL) al momento è in una brutta situazione e non appare come un buon investimento per chi cerca asset stabili o che possano crescere nel tempo, appare solo come un titolo su cui fare attività giornaliera.

La società è in bilico, il caso Aspi ha deteriorato il suo rating mettendola all’angolo. La società già lo scorso anno aveva valutato di vendere quote di Telepass e ad inizio anno Reuters dava menzione di una nuova perlustrazione del mercato alla ricerca di nuovi azionisti a cui cedere anche il 49% della società.

L’ultimo piano noto è quello prospettato a giugno da Il Sole 24 Ore che prospettava una cessione di minoranza del 30% delle azioni a più investitori, per poi quotare la società in Borsa attraverso una IPO.

Per Telepass ci sarebbe l’interesse di Kkr, di Ardian, Partners Group e General Atlantic.

Atlantia aveva già venduto quote di Aspi ad altri partner, ovvero i già citati Allianz e Silk Road Fund, ed anche ad Edf Invest e Dif Infrastructure.

Quello che il governo…

Cosa fa intanto il governo italiano? La situazione è a dir poco drammatica all’interno della maggioranza di governo. Sotto il profilo politico c’è completa divergenza di visione. I partiti che compongono la compagine del Conte bis hanno idee opposte sulla gestione del caso Aspi.

Da un lato c’è chi vuol strappare via ad Aspi la Concessione e dall’altra chi vorrebbe lasciargliela e consentire alla giustizia fare il suo lavoro.

E poi ci sono anche loro

In questa vicenda ci sono anche loro. Chi sono? I 7.000 lavoratori e lavoratrici diretti di Aspi, i 17.000 piccoli risparmiatori e poi le società fornitrici e di manutenzione che lavorano per conto di Aspi e che con essa hanno contratti strettamente legati alla Concessione.

Togliere la Concessione ad Autostrade per l’Italia, quindi, più che giustizia per le 43 vittime del Ponte Morandi, potrebbe rivelarsi come una falsa giustizia che aggiungerà ulteriori vittime.

E queste vittime non saranno solo i lavoratori diretti e quelli dell’indotto, ma anche gli italiani. Se il governo dovesse togliere la Concessione, tutto finirà in tribunale e lo Stato alla fine potrebbe ritrovarsi a dover pagare ad Aspi delle penali miliardarie.

Aspi andrà in default immediato con 19 miliardi di euro a seguito della revoca.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'