Prosegue la pressione ribassista sull’indice FTSE MIB e sulle borse mondiali, a causa della nuova guerra dei dazi lanciata da Trump. Ieri l’indice ha perso terreno, scendendo a quota 32.000 punti, con ribassi significativi per azioni come Saipem ed Eni.
L’azione Saipem (SPM) ha chiuso la giornata di ieri con un calo del -7,25%, attestandosi a 1,6250 €. Ad aprile, il titolo segna un -24,10%, configurando il peggior mese da luglio 2022 per la società. Il bilancio da inizio 2025 è pesante: -35%, che però segue una forte crescita del +71% registrata nel 2024.
Nel grafico weekly, si osserva chiaramente la fase discendente iniziata dal massimo di gennaio. Abbiamo evidenziato una candela doji di inversione che ha segnato l’avvio di una fase di debolezza. Naturalmente, non indicava l’entità del movimento successivo, ma forniva un segnale di allerta.
A inizio marzo, il prezzo di SPM aveva formato un’altra doji lungo il trend discendente, segnale potenziale di inversione. Il rimbalzo era partito, ma si è fermato la scorsa settimana, proprio con l’annuncio della guerra commerciale voluta da Trump.
Attualmente, il prezzo di Saipem sta configurando sul grafico weekly una candela “inverted hammer”, una figura che rientra tra i pattern di possibile inversione, soprattutto se si forma a fine di un trend ribassista.
Sarà necessario attendere la chiusura settimanale di venerdì per verificare se la configurazione verrà confermata e potrà segnalare un possibile cambio di direzione nel breve termine.
Anche l’azione Eni (ENI) subisce gli effetti del crollo generale del mercato. Attualmente quota 11,178 € e registra un calo settimanale del -14,28%. Ad aprile, la discesa arriva a -21%: se il mese dovesse chiudersi con questi valori, si tratterebbe del peggior ribasso mensile nella storia del titolo.
Questa flessione ha annullato completamente il rialzo registrato a inizio anno, portando la performance annuale di ENI in territorio negativo del -14%. Dal grafico weekly, si osserva che il prezzo di Eni si sta dirigendo verso un supporto tecnico in area 10,80 €. Questo livello si conferma fondamentale: una sua rottura potrebbe innescare una fase ribassista ancora più profonda per il titolo.
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