Petrolio WTI in gran spolvero nel finale di settimana. Proiezioni 5-10 giornate fino a 83.50. Supporti tecnici aggiornati.
I prezzi del petrolio greggio WTI, quotato in dollari al Nymex, hanno ritrovato spinta rialzista nel finale di settimana con un nuovo massimo relativo appena toccato a quota 78.08. Mentre sono le 19:35 di venerdì 26 gennaio, il contratto Future Light Crude Oil con scadenza 03/24 sta guadagnando il +0.98% sui massimi di seduta.
Il grafico ad ampia scansione temporale, dove ogni candela rappresenta un mese di oscillazione dei prezzi, evidenzia come si sia interrotta la sequenza consecutiva di massimi e minimi decrescenti che aveva interessato il mercato a partire dal picco dello scorso settembre, toccato a 95.03. È anche interessante evidenziare che la fase di recupero è scattata dopo il test dell’area di supporto di lungo periodo, che si staglia fra i 67.50/69.90.
Le resistenze di lungo periodo sono localizzate non prima dei 92.80/95.30. Anche se non ci sono già le condizioni per poter fissare degli obiettivi su tali resistenze, ci aspettiamo quantomeno un riavvicinamento del mercato ad esse. Nelle prossime 5-10 giornate la pressione rialzista dovrebbe quantomeno spingere i valori oltre alla linea degli 83.50.
Nel corso del 2023, il conteggio degli impianti petroliferi e di gas attivi negli Stati Uniti è diminuito del 20%, dopo i due aumenti di fila registrati nel 2022 (+33%) e nel 2021 (+67%). Questa diminuzione è stata principalmente dovuta al calo dei prezzi del petrolio e del gas e all’aumento dei costi di perforazione.
Secondo il report di Baker Hughes, un’azienda di servizi energetici, l’indice degli impianti petroliferi e di gas attivi segna 621 unità nella settimana conclusa oggi. Il numero totale è inferiore del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con 150 impianti in meno. Gli impianti petroliferi sono aumentati di due, arrivando a 499, mentre quelli per il gas sono diminuiti di uno, scendendo a 119.
Quattordici delle compagnie indipendenti di esplorazione e produzione monitorate dalla società di servizi finanziari statunitense TD Cowen hanno pianificato di ridurre le spese del 3% rispetto al 2023. Nonostante prezzi, spese e conteggi degli impianti più bassi, si prevede che la produzione di petrolio e gas raggiungerà livelli record nel 2024 e 2025, grazie ad una maggiore efficienza ed al completamento dei lavori su pozzi già perforati.
Su grafico a scansione intraday, con barre da 30 minuti, vediamo come i valori si stiano avvicinando ad una interessante resistenza che si trova a quota 78.20. Non ci sono ancora le condizioni per alzare i livelli di supporto che, fino a tutta la giornata di lunedì prossimo 29 gennaio, saranno da ricercare a 76.13/18 e 74.78/74.91.
Ci aspettiamo un provvisorio riavvicinamento del mercato a tali livelli prima di della ripartenza del rialzo, con obiettivo sopra quota 79.00. La resistenza più solida riferibile alle prossime 1-2 giornate è posta a 79.83/85.
Il segnale tecnico è long solo su nuovi riavvicinamenti ai supporti, in ogni caso da rilevazioni non superiori a 76.76. Lo scenario verrebbe annullato solo in caso di cedimento di quota 74.78, mediante una chiusura inferiore su grafico a 30 minuti.
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Federico Dalla Bona è analista tecnico professionista dal 2002. Ha pubblicato centinaia di articoli sui maggiori portali web finanziari e fornito per oltre 15 anni contenuti in diretta TV su ClassCNBC. Figura tra gli autori di uno studio dell’Università di Pisa volto all’applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale sui mercati finanziari. Dal 2016 dirige una società che si occupa di sviluppo di trading-systems e pubblicazioni web.