Oro sotto pressione, settimana ricca di dati economici dagli USA. La Cina potrebbe fare incetta di metalli per mitigare la debolezza dello yuan
I prezzi del future sull’oro, quotato in dollari al Comex, si sono limitati dall’inizio della settimana ad oscillare in un range relativamente stretto, contenuto tra 2356.6 e 2388.0. Come possiamo vedere su grafico a candele weekly, il mercato dell’oro è reduce dal raggiungimento di due picchi su massimi storici in zona 2450.0, ma la tendenza rialzista che aveva assunto particolare inclinazione a partire dalla metà di febbraio si è notevolmente stemperata nel corso dell’ultimo mese e mezzo. I compratori hanno progressivamente ceduto il passo allo sviluppo di una fase di oscillazione laterale, che possiamo interpretare come provvisorio consolidamento del trend rialzista dominante.
Nel corso delle prossime 3-5 giornate ci aspettiamo una prevalenza della pressione ribassista, che dovrebbe risospingere i valori quantomeno verso la linea dei 2310.0 dollari. Lo scenario è legittimato dalla tenuta di una fascia di resistenza compresa fra 2370.0/2375.0 e solo un eventuale chiusura giornaliera superiore a tale barriera tecnica potrebbe disinnescare il quadro descritto. Passeremo in seguito all’analisi del grafico a barre da 30 minuti per localizzare con maggior precisione i riferimenti tecnici e operativi validi a 1-3 giornate.
Il mercato dei metalli preziosi sta risentendo dell’effetto negativo dei commenti rilasciati ieri (martedì) dal presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, che ha adottato una posizione dura sulla politica monetaria. Ha dichiarato che i tassi di interesse statunitensi rimarranno invariati o verranno aumentati, se necessario.
Le forze esterne ai mercati stanno limitando l’interesse per l’acquisto di oro e argento a metà settimana: l’indice del dollaro americano è in forte ribasso, i prezzi del petrolio WTI sono deboli, aggirandosi intorno ai 79,50 dollari al barile, mentre il rendimento del titolo del Tesoro americano a 10 anni è in aumento, attestandosi attualmente al 4,612%. Segnaliamo tuttavia che appena ieri i prezzi dell’argento avevano registrato un forte incremento, sfidando i recenti massimi degli ultimi undici anni.
Questa settimana è molto ricca di dati economici dagli USA. Particolare attenzione verrà riposta dai traders al rapporto sui redditi e le spese personali di venerdì, che includerà gli indici di inflazione PCE, tenuti sotto stretta osservazione. Inoltre, lo yuan cinese ha raggiunto il livello più debole nei confronti del dollaro americano da novembre scorso, con le autorità monetarie cinesi che non sono intervenute contro il forte biglietto verde.
Il broker SP Angel ha dichiarato stamane alla testata specialistica Kitco News: “La Cina potrebbe incrementare le riserve di metalli, sia di base come il rame e lo zinco, sia preziosi come l’argento e l’oro, per mitigare le implicazioni a lungo termine di una valuta cinese più debole.”
Il grafico a barre da 30 minuti evidenzia la formazione di nuove resistenze a quota 2367.2 e 2374.9 che si sono generate a seguito dell’arretramento sviluppatosi dopo il picco di martedì a 2384.5.
Lo scenario legittima proiezioni ribassiste a 2342.2, tecnicamente raggiungibili entro la sessione di giovedì 30. Le resistenze costituiscono altrettanti potenziali punti di ripresa del ribasso, da sfruttare in caso di recuperi. Il segnale tecnico è short da prezzi non inferiori a 2362.4. Il segnale verrebbe annullato solo dall’eventuale violazione della resistenza principale, mediante almeno una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 2374.9.
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