Dopo l'ultimo rally, il prezzo del petrolio greggio ha raggiunto e superato abbondantemente i 90 dollari, mentre il gas naturale passa di mano ancora poco sopra il pivot di 2,65 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha definitivamente infranto quota 90 dollari al barile nella giornata di ieri, mantenendosi all’interno di un uptrend solido e probabilmente destinato a durare nel breve termine.
Il gas naturale ha invece mantenuto il suo trend laterale, rimanendo sopra il baricentro di 2,65 dollari, ma ancora ben lontano dal target di resistenza intermedio di 2,8 dollari e dal successivo, tondo, di 3 dollari.
Per il petrolio greggio, questa chiusura weekly potrebbe cementificare i rialzi e consegnare alla seconda metà di Settembre una commodity ancora in grado di stupire. Il gas naturale, invece, potrebbe tentare ancora una volta di estendersi al rialzo, ma senza infrangere le resistenze sopra citate.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 90,80 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a quota 2,699 dollari.
Il petrolio greggio WTI rimane in territorio fortemente rialzista, ma dovrà tentare di consolidare sul supporto di 90 dollari per evitare possibili ritracciamenti causati dalle prese di profitto.
In caso di ribassi sotto il fresco supporto, i livelli intermedi di 88,8, 88,5 e 88,2 dollari al barile potranno fornire la frenata necessaria a evitare tentativi di inversione di tendenza. Ad ogni modo, finché il prezzo si manterrà sopra gli 85 dollari, lo scenario tecnico rialzista rimarrà pressoché immutato.
Guardando proprio alle prospettive rialziste, il petrolio greggio potrebbe spingersi ampiamente sopra il target di 92 dollari al barile per testare nuovi massimi relativi e iniziare l’ascesa verso il target di 100 dollari che si fa sempre più concreto in un orizzonte di breve termine.
Per il gas naturale, il target intermedio di 2,65 dollari continua a rappresentare il baricentro della fascia laterale tra i 2,5 e i 2,8 dollari. Entrambi questi estremi sono stati testati a più riprese, ma il gas naturale sembra muoversi più comodo presso il supporto che verso la resistenza, da cui sono scattati numerosi ritracciamenti.
L’impostazione tecnica di brevissimo termine indica, sopra i 2,7 dollari, un possibile proseguimento dei recuperi proprio verso la prima resistenza di 2,8 dollari. Il superamento di questo valore intermedio, e l’uscita dalla banda laterale, dovrebbero garantire la spinta sufficiente a ritestare i massimi relativi di 3 dollari.
Su quest’ultimo livello di prezzo, però, si concentreranno con tutta probabilità le attenzioni dei ribassisti, che potrebbero ritentare un nuovo rimbalzo al ribasso.
Lo scenario più spiccatamente ribassista vedrebbe un ritorno sul supporto di 2,5 dollari, con nuove sortite verso i minimi relativi sotto questo valore e precisamente tra i 2 e i 2,2 dollari, nella precedente banda laterale.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.