Il prezzo del petrolio greggio WTI ha ripreso quota con un abbondante rialzo fino alla resistenza di 78,5 dollari al barile. Resta invece piatto al ribasso il gas naturale
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha ripreso quota più del previsto, riportandosi in queste ore fin sopra la resistenza di 78,5 dollari al barile. Anche il gas naturale sta segnando dei recuperi, ma in questo caso di entità ben minore.
Nel complesso, lo scenario tecnico del petrolio greggio WTI potrebbe essere entrato in inversione, con l’obiettivo di un rapido ritorno nei pressi della resistenza principale di 80 dollari. Il gas naturale rimane invece sotto pressione sul supporto di 2 dollari e dovrà puntare a un definitivo ritorno almeno oltre i 2,2 dollari per superare la fase di incertezza attuale.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 78,5 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 2,064 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha recuperato quota in maniera assolutamente convincente nel corso degli ultimi due giorni, spingendosi dal supporto di 75 dollari al barile alla resistenza, appena infranta, di 78,5 dollari.
Lo scenario tecnico è stato senza dubbio influenzato da un incremento della domanda globale e dalla costante instabilità in Medio Oriente, che si aggrava con le ipotesi di un’estensione del conflitto con l’Iran.
Intanto, con l’ultimo allungo il prezzo del petrolio greggio WTI sta avvicinandosi agli EMA a 50 e a 200 giorni situati a quota 79,3/5 dollari al barile.
Il recupero di questi indicatori tecnici potrebbe definitivamente stimolare lo scenario di ripresa, garantendo il proseguimento rialzista fino all’obiettivo principale di breve termine a quota 80 dollari.
Lo scenario rialzista fin qui esposto verrebbe tradito da un nuovo calo sotto i 77,5 e i 76,8 dollari al barile, che potrebbe suggerire un ritorno sul supporto abbandonato due giorni fa, a quota 75 dollari circa.
A differenza del petrolio greggio WTI, nonostante qualche stimolo di natura bullish, il prezzo del gas naturale è rimasto sostanzialmente stabile, non ancora in grado di riprendere quota sopra i 2,2 dollari.
In caso di recuperi nel corso della settimana, sarà proprio su questa resistenza intermedia che si scontreranno gli equilibri di breve termine: in caso di rialzo sopra i 2,2 dollari, il prezzo del gas naturale sarebbe infatti libero di spingersi anche fino ai target successivi di 2,25 e 2,35 dollari, prima di consolidare a dovere.
Se invece la pressione dovesse proseguire, la prospettiva è sempre quella di assistere a un definitivo arretramento sotto i 2 dollari, in grado di trascinare la materia prima sui minimi annuali segnati ad Aprile, intorno a quota 1,6 dollari. Insomma, la debolezza del gas naturale continua a imporsi sul mercato, lasciando poco spazio per un’inversione della tendenza attuale.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.