Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra ulteriormente e si avvicina ai 60 dollari. Il gas naturale rimane sopra i 3,4 dollari, in pieno assetto rialzista.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha proseguito sulla rotta tracciata e da noi già individuata nelle scorse giornate, scivolando fino al supporto di 60,50 dollari al barile per poi riprendere lievemente quota.
Dopo il test del margine inferiore della fascia laterale, a 62$, le prospettive erano proprio per un calo sul supporto principale, tondo e psicologico di 60 dollari. Questa fascia di prezzo potrebbe venir testata ancora in futuro, ma ritengo che la spinta ribassista non sia ancora tanto violenta da forzare un break-out ribassista.
Il gas naturale, invece, sta tentando una stabilizzazione sopra i 3,4 dollari dopo aver testato e infranto la resistenza di 3,5 dollari. Lo scenario rimane solidamente rialzista e la tenuta dei supporti intermedi promette un proseguimento dei rialzi nella prossima settimana, salvo sorprese.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 60,95 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,435 dollari.
Per il petrolio greggio WTI, l’ultimo arretramento ha portato a un test del supporto intermedio di 60,50$, immediatamente sopra il target psicologico di 60$.
Tuttavia, non si percepiscono stimoli ribassisti sufficientemente forti da spingere le quotazioni definitivamente sotto i 60$; a riprova di ciò, il greggio texano ha già recuperato terreno verso i 61$.
Probabilmente, già nel corso della sessione odierna, il prezzo cercherà una fase di stabilizzazione sopra o sotto i 62 dollari al barile. Questo livello rappresenta un baricentro cruciale nel brevissimo termine. In particolare, una tenuta sotto il pivot potrebbe suggerire un proseguimento della fase ribassista, con nuovi test (che ritengo fallimentari) del supporto a 60 dollari tondi. Un posizionamento sopra i 62$, invece, permetterebbe al greggio di rientrare in una fase laterale e di avvicinarsi al secondo baricentro di 63,5 dollari al barile.
In ogni caso, un rapido ritorno sui massimi relativi toccati solo la settimana scorsa, a $66,5 al barile, appare al momento improbabile.
Le nostre previsioni sul gas naturale continuano a suggerire cautela. Manteniamo l’obiettivo rialzista principale a 3,55$ (livello testato ieri pomeriggio), con i target successivi che possono estendersi al massimo fino a 3,65$.
Ritengo che livelli superiori, verso e oltre i 3,80$, non rientrino in una proiezione ragionata di brevissimo termine. La pressione ribassista è infatti ancora incombente, e già a 3,50$ abbiamo assistito a un forte tentativo di ritracciamento.
Per il momento, il gas naturale si mantiene solidamente rialzista sopra il supporto chiave di 3,40$. Un eventuale cedimento aprirebbe la strada al livello successivo, posizionato a 3,20$.
Tuttavia, già un ritorno sui 3,247$ (in coincidenza con la media mobile semplice a 100 giorni) rappresenterebbe un primo segnale d’allarme, indicando un potenziale acuirsi della pressione di vendita.
Queste proiezioni non tengono conto della chiusura settimanale odierna, che, con ogni probabilità, si attesterà ancora sopra i 3,40/3,38 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.