Il prezzo del petrolio greggio WTI riprende quota ma non tenta ancora l'allungo sui 67 dollari al barile. Il gas naturale si mantiene sopra il supporto intermedio di 3,10 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano intorno alla resistenza intermedia di 66,5 dollari al barile dopo aver ancora una volta subito una spinta rialzista che potrebbe essere destinata a ritirarsi.
Abbiamo osservato più volte questo fenomeno nello scorso mese: dopo un allungo sui 66,5/66,8 dollari, il petrolio greggio pare perdere la spinta necessaria e arretrare. Nel clima di forte volatilità causato da numerosi fattori macro di impatto globale, possiamo tratteggiare infatti una fascia laterale molto elastica, ma che si concentra spesso tra i 65 e i 67 dollari circa.
Il gas naturale, diversamente dal petrolio, sta invece mantenendosi stabilmente ribassista dopo l’ultimo arretramento della scorsa chiusura weekly. Lo scenario rimarrà bearish fino a un ritorno sopra l’EMA a 200 giorni, a quota 3,372 dollari. in caso di crollo sotto il supporto attuale, non si esclude un avvicinamento al supporto di 3 dollari tondi.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 66,58 dollari e il gas naturale 3,123 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano non lontano dal target intermedio di 66,5 dollari al barile, ma potrebbe presto arretrare come già fatto nel corso del mese.
Precisamente, le resistenze più rilevanti si trovano a 66,8, 67 e 67,5 dollari al barile. Su quest’ultimo valore potrebbe concentrarsi una spinta ribassista particolarmente efficace, in grado di invertire ancora una volta la tendenza di brevissimo termine.
L’andamento tecnico attuale è infatti rialzista, ma un calo sotto il supporto di 65 dollari aprirebbe la strada a più ampi ritracciamenti su nuovi minimi mensili.
Il prezzo del gas naturale rimane schiacciato al ribasso in questa fine di Luglio. Come accennato in apertura, un recupero partirebbe solo dal riavvicinamento all’EMA a 200 giorni, identificata a quota 3,372 dollari.
Un recupero potrebbe effettivamente verificarsi, ma il rischio è quello di scivolare in nuovi ritracciamenti, come avvenuto nel corso dell’ultimo uptrend di metà luglio.
In questa analisi, vogliamo limitare le previsioni al brevissimo termine (orizzonte settimanale) e fissiamo dunque a 3,20 e 3,33 dollari le resistenze intermedie, prima del target a 3,372 (EMA). In caso di superamento al rialzo, un ulteriore livello EMA da monitorare è quello a 30 periodi, a quota 3,390 dollari.
Lo scenario di ripresa diverrà ancora meno plausibile nell’ipotesi di un arretramento sotto il supporto di 3,10 dollari nel corso della settimana; in tal caso, il gas naturale potrebbe scivolare rapidamente sui 3 dollari tondi.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.