Il prezzo del petrolio greggio WTI e quello del gas naturale hanno subito un netto arretramento e si trovano su supporti rilevanti, da cui potrebbe partire un nuovo breakout ribassista.
Il prezzo del petrolio greggio WTI passa di mano sotto i 65,5 dollari al barile e potrebbe proseguire ancora al ribasso. I cali osservati fino ad ora, considerati cumulativamente, hanno fatto perdere al WTI il -16% in un mese.
Sono crollati a picco anche i futures sul gas naturale, in questo caso nel giro di pochissimi giorni, segnando una definitiva inversione di tendenza rispetto allo scenario dominante fino alla settimana scorsa.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 65,28 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,232 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI quota ancora in calo e si avvicina al supporto tondo di 65 dollari, che rappresenta l’ultima linea di difesa prima dei minimi relativi. Già nell’ultimo mese, quando il prezzo ha tentato di spingersi sotto quota 65$, il WTI è giunto a testare i livelli tra 64,8 e 64,5 dollari, senza spingersi troppo oltre.
Un crollo sotto questi minimi potrebbe invece accelerare i ritracciamenti e riportare il petrolio greggio WTI anche fin sotto i 64 dollari, dal momento che la commodity non è ancora in area di ipervenduto.
Lo scenario di ripresa, al contrario, vede protagonista il livello intermedio di 66,5 dollari al barile, il cui raggiungimento segnerebbe il ritorno in un assetto rialzista. Raggiungere questo livello, infatti, significa posizionarsi poco sopra la media mobile esponenziale a 50 e a 100 giorni.
Il prezzo del gas naturale ha subito un arretramento tanto spiccato da lasciare poche possibilità di una ripresa sui massimi della scorsa settimana. La pressione prosegue e il supporto a 3,2 dollari potrebbe essere testato e infranto già a breve.
In questo caso, l’indice RSI è ancor più vicino al livello di ipervenduto rispetto al petrolio greggio e il forte calo ha lasciato alle spalle ogni indicatore tecnico di rilievo. Come più volte ribadito, però, è principalmente il calo sotto l’EMA a 200 giorni (a quota 3,37$) a indicare una spiccata propensione ribassista.
Per invertire ancora una volta la tendenza attuale ed evitare un crollo sotto il supporto di 3,20 dollari, il gas naturale dovrà tentare il recupero di questo livello EMA partendo dalle resistenze intermedie di 3,28 e 3,32 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.