Il prezzo del petrolio greggio WTI si mostra rialzista sopra i 120 dollari, mentre il gas naturale resta stabile. Entrambe le commodity guardano comunque ancora in alto.
Il prezzo del petrolio greggio WTI si è mantenuto stabile nell’apertura settimanale di ieri, poco sotto il livello tecnico di 120 dollari al barile, dunque vicino ai recenti massimi pluriennali. Il gas naturale si è mantenuto invece sopra il livello di 8,5 dollari, ma ancora sotto i 9 dollari, testati e superati solo la settimana scorsa.
Il ritracciamento per il gas naturale pare essersi esaurito intorno a questo supporto sopra citato, da cui potrebbe partire un consolidamento più o meno duraturo, mentre il greggio sta finalmente testando la resistenza.
Precisamente, stamattina al momento della scrittura il prezzo del petrolio greggio WTI segna 120,56 dollari al barile, mentre il gas naturale viene scambiato a quota 8,64 dollari, ancora stabile.
Il prezzo del petrolio greggio texano WTI rimane in fase fortemente rialzista, finalmente oltre il livello tecnico di 120 dollari al barile, vicino ai recenti massimi pluriennali. In caso di effettivo break-out rialzista sopra questo livello di prezzo, il petrolio potrebbe effettivamente tentare di raggiungere nuovi target intermedi particolarmente ambiziosi, a 125 e 130 dollari al barile.
Al ribasso, invece, lo scenario tecnico appare immutato rispetto alle precedenti analisi, che si riportano comunque per completezza. Precisamente, in caso di un calo sotto i supporti intermedi, il prezzo del petrolio greggio potrebbe raggiungere persino i 100 dollari tondi.
Sotto questo valore, ci sarebbe un gap tecnico in grado di agevolare la contrazione fino ai 90 o agli 85 dollari al barile, che potrebbero rappresentare gli ultimi livelli ribassisti di breve e medio termine.
Per quanto concerne invece il prezzo del gas naturale, il supporto principale di 8,5 dollari potrebbe riuscire a limitare eventuali tentativi di estensione dei ribassi e garantire il proseguimento del consolidamento attuale.
Lo scenario ribassista che prenderebbe il sopravvento in caso di break-out ribassista vedrebbe come primo target quello di 8 dollari e poi i livelli intermedi di 7,5 e 7,8 dollari.
Al rialzo, invece, l’obiettivo resta il ritorno ai recenti massimi pluriennali sopra i 9,2 dollari. Quest’area di ipercomprato potrebbe però attirare forti rimbalzi.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.