Il prezzo del petrolio greggio WTI continua ad arretrare, mentre il gas naturale è sul supporto intermedio di 2,5 dollari, su nuovi minimi.
Ancora un altro ribasso per il prezzo del petrolio greggio WTI, che scivolando sotto i 76 dollari inizia già a guardare al supporto principale di 75$.
Il gas naturale, invece, si sta già addossando sul supporto principale a quota 2,5 dollari e potrebbe proseguire la fase di accumulazione, sebbene io ritenga ancora possibile un rimbalzo.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 75,6 dollari al barile, mentre il gas naturale viene scambiato a 2,53 dollari.
Per il prezzo del petrolio greggio WTI, le previsioni tecniche, dopo il definitivo abbandono della fascia di lateralità, vedono un imminente test del supporto a 75 dollari.
La reazione del mercato a questa spinta ribassista sarà fondamentale. Infatti, un eventuale break-out oltre il supporto aprirebbe la strada a possibili nuovi arretramenti anche verso i supporti successivi a 72 e 70 dollari al barile, segnando nuovi minimi relativi.
Io continuo però a ritenere eccessivo il ribasso sopra esposto e ritengo che, se il supporto a 75 dovesse cedere, potremmo attenderci un assestamento delle quotazioni del petrolio greggio WTI fino, eventualmente, al livello intermedio di 73,5$.
Inoltre, non possiamo escludere la possibilità di un rimbalzo in grado di riportare il prezzo del petrolio greggio texano all’interno dell’area di lateralità tra i 77,5 e gli 80 dollari.
Il prezzo del gas naturale continua a essere scambiato in territorio fortemente ribassista. I tentativi di ripresa di ieri non hanno sortito effetti e la commodity segna minimi su minimi.
Anche in questo caso, la mia previsione resta quella di un possibile rimbalzo proprio sul livello attuale, ma mi accorgo di quanto sia pressante il down-trend volto (sembrerebbe) a raggiungere persino il target di 2 dollari.
Proseguendo comunque nella mia ipotesi tecnica, consiglio quantomeno di valutare la possibilità di un imminente rimbalzo proprio a partire dal livello di 2,5 dollari, che potrebbe agevolare la ripresa sopra i 3 dollari.
Non si tratterebbe, è chiaro, di un recupero sufficiente a sgombrare il campo dallo scenario ribassista; tuttavia, ritengo che un ritorno sopra i 3$ potrebbe quantomeno rallentare il downtrend in corso e garantire una minore volatilità al mercato del gas naturale.
Se invece la mia ipotesi dovesse rivelarsi errata, allora potremmo attenderci ben presto un break-out ribassista con possibile test dei supporti a 2,2 e 2 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.