Tradotto con IA
L’oro (XAU/USD) si è ripreso dai minimi settimanali nelle prime negoziazioni di giovedì, salendo oltre 3.380 dollari dopo essere sceso a 3.362 dollari. Il rimbalzo è seguito a una maggiore avversione al rischio sui mercati globali, in mezzo all’intensificarsi delle tensioni geopolitiche e all’incertezza persistente legata al commercio.
Mentre gli sviluppi politici in Medio Oriente restano fluidi, gli investitori cercano sempre più rifugio nei metalli preziosi per proteggersi dall’instabilità dei mercati.
“I mercati stanno incorporando un premio per il rischio più elevato”, ha dichiarato un stratega delle materie prime in una società con sede a Tokyo, osservando che il ruolo difensivo dell’oro torna nuovamente al centro dell’attenzione. Tuttavia, il rimbalzo resta contenuto. Dall’inizio dell’anno, l’oro è aumentato di poco meno del 12%, ma il potenziale rialzo sembra essere limitato dagli ostacoli delle politiche macroeconomiche.
Anche l’argento (XAG/USD) ha registrato un modesto guadagno, scambiandosi intorno ai 36,75 dollari dopo aver raggiunto un massimo intraday di 36,78 dollari. Il metallo, che spesso segue la dinamica dell’oro, ha beneficiato dei recenti flussi verso beni rifugio, ma si trova di fronte a una resistenza dovuta a un dollaro USA solido e a una prospettiva monetaria in fase di restrizione.
Nonostante i recenti guadagni, sia l’oro che l’argento sono limitati dagli ultimi segnali di politica della Federal Reserve. Pur avendo mantenuto invariato il tasso di riferimento a 5,25%–5,50%, l’aggiornamento del dot plot ha mostrato meno tagli previsti per il periodo 2025–2027. In particolare, sette dei diciannove funzionari della Fed ora prevedono l’assenza di tagli quest’anno, e la banca centrale ha evidenziato potenziali rischi inflazionistici derivanti da nuove tariffe commerciali.
Di conseguenza, l’Indice del Dollaro USA (DXY) è salito a un massimo di nove giorni, pesando sui metalli. L’oro e l’argento, quotati in dollari, tendono a soffrire durante i periodi di rafforzamento del dollaro, a causa della ridotta capacità d’acquisto degli investitori non in dollari.
Con i mercati USA chiusi per il Juneteenth e senza prossime uscite di dati rilevanti, la bassa liquidità potrebbe portare a oscillazioni volatili. I trader tengono d’occhio il dollaro e le notizie geopolitiche per orientarsi a breve termine.
L’oro e l’argento affrontano pressioni a breve termine dopo aver rotto livelli chiave di supporto, con un incremento del momentum ribassista. Senza un rapido recupero al di sopra della resistenza, ulteriori ribassi verso 3.319 dollari e 35,61 dollari restano probabili.
L’oro ha rotto al ribasso una linea di tendenza ascendente chiave sul grafico a 1 ora, scambiandosi ora intorno a 3.355 dollari dopo aver respinto sia la resistenza a 3.375 che quella a 3.380 dollari. Il prezzo si posiziona inoltre al di sotto della media mobile esponenziale a 50 periodi (3.383 dollari) e a 200 periodi (3.375 dollari), entrambe ora fungenti da resistenze a breve termine.
Il breakout ribassista da un pattern a cuneo in contrazione segnala un momentum verso il ribasso, specialmente dopo una serie di massimi decrescenti. Non c’è alcuna candela rialzista che suggerisca l’ingresso degli acquirenti, e il forte calo orario indica una pressione di vendita in aumento.
Il supporto immediato si colloca a 3.338 dollari, seguito da 3.319 dollari. A meno che l’oro non recuperi rapidamente i 3.375 dollari, il ribasso potrebbe intensificarsi nelle sessioni successive.
L’argento ha rotto al ribasso sia la linea di tendenza ascendente che il livello di supporto a 36,59 dollari, scambiandosi ora intorno ai 36,41 dollari. Il movimento è accompagnato da un netto rifiuto della media mobile esponenziale a 50 periodi a 36,80 dollari, che in precedenza aveva limitato più rally intraday.
La rottura porta il prezzo più vicino alla media mobile esponenziale a 200 periodi (36,27 dollari), che ora funge da supporto immediato successivo. Sul piano strutturale, questa rottura segnala un cambiamento nel sentiment dopo giorni di consolidamento. A meno che l’argento non recuperi rapidamente i 36,59 dollari, potrebbero entrare in gioco target ribassisti intorno ai 35,97 e ai 35,61 dollari.
Ad oggi, non si osserva alcuna candela di inversione rialzista, e il momentum sembra favorire i venditori, mentre l’intervallo si apre finalmente verso il ribasso.
Arslan è un MBA in finanza e possiede anche una laurea MPhil in finanza comportamentale. Esperto in analisi finanziaria e psicologia degli investitori, Arslan utilizza il suo background accademico per offrire preziose intuizioni sul sentiment di mercato e sulla probabilità che gli strumenti siano sovraacquistati o sovrasvenduti.