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L’Indice del Dollaro USA è sceso martedì, ritrattandosi dopo un rialzo di quattro giorni, a seguito di dati sull’inflazione di aprile più deboli del previsto e della revoca reciproca delle tariffe tra USA e Cina, che ha indebolito la domanda per il greenback. Con il sentiment di rischio in ripresa e i rendimenti del Tesoro in territorio misto, il dollaro è tornato sotto pressione sui principali cambi.
Alle 15:20 GMT, il DXY viene scambiato a 101,209, in calo di 0,569 o -0,56%.
Il rilascio dell’IPC di aprile ha evidenziato un aumento dell’inflazione headline di appena lo 0,2%, inferiore al consenso dello 0,3%, mentre il tasso annuo è sceso al 2,3%. L’inflazione core è rimasta stabile al 2,8%. Questo dato moderato ha rafforzato le aspettative che la Fed possa mostrarsi paziente, sebbene le previsioni di tagli dei tassi si siano attenuate. I future sui funds della Fed ora riflettono 56 punti base di tagli per il resto dell’anno, nettamente inferiori ai oltre 100 punti base previsti un mese fa.
I rendimenti dei Treasury hanno rispecchiato questa visione mista. Il rendimento a 2 anni è sceso a 3,994%, mentre quello a 10 anni si è mantenuto intorno a 4,48%. La Fed resta vincolata dai dati e il report sull’inflazione di aprile, pur non rappresentando un punto di svolta, non rafforza l’urgenza di un allentamento immediato.
La debolezza del dollaro deriva anche dal rinnovato appetito per il rischio a livello globale, a seguito dell’accordo tra USA e Cina per sospendere le tariffe reciproche per 90 giorni. Le tariffe su entrambi i fronti sono state ridotte: i dazi USA sui prodotti cinesi sono stati abbassati al 30% da 145%, e le tariffe cinesi sono scese al 10% da 125%. Questa corsa al sollievo ha alimentato i guadagni in azioni e commodities, spostando capitali da posizioni difensive sul dollaro.
L’allentamento delle tensioni commerciali indebolisce inoltre uno dei principali argomenti a favore di tagli aggressivi da parte della Fed. Con il diminuire dei rischi economici, la Fed potrebbe sentirsi meno impellita a intervenire, confermando così un approccio “attesa e osserva”.
La Sterlina ha recuperato le perdite, salendo dello 0,26% a 1,3211 dollari. I trader hanno in gran parte ignorato i dati sugli stipendi locali, guardando invece al prossimo summit U.K.-UE e all’IPC dei servizi di aprile. Nel frattempo, EUR/GBP è sceso a 84,06 pence, il livello più basso dall’inizio di aprile, continuando il ritiro dal picco di fine aprile.
Mentre l’Indice del Dollaro USA si è ritirato dopo aver testato il livello di 102, la struttura complessiva rimane fragile. La recente ripresa partendo dal minimo di maggio a 99,17 solleva dubbi sulla sua solidità in assenza di segnali più forti di inflazione o crescita. Le medie mobili a 50 e 200 giorni — rispettivamente a 102,00 e 104,28 — continuano a rappresentare una forte resistenza. Con le pressioni esterne in diminuzione e i dati interni in raffreddamento, la forza del dollaro potrebbe rimanere limitata a meno che la Fed non segnali diversamente.
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James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.