Petrolio in balia delle notizie che provengono da Vienna - Si ammorbidisce la posizione del Iran
A poche ore dal meeting dei paesi produttori di petrolio, Opec e Non-Opec, il petrolio subisce sbalzi di prezzo dovuti alle indiscrezioni che trapelano da Vienna e precisamente dal seminario di studio che si è tenuto in questa due giorni, al quale la Russia non ha partecipato.
A poche ore dall’apertura di Wall Street il WTI perde l’uno e tre percento, in flessione di quasi 1 dollaro, mentre il Brent cala di un punto e mezzo percentuale, restando a quota 73 dollari e mezzo.
Questo il calendario e la scaletta di domani e dopo domani a Vienna:
Venerdì, 22 Giugno (OPEC meeting)
Sabato, 23 Giugno 2018 (OPEC/non-OPEC meeting)
Questo invece l’aggiornamento sulle probabilità di realizzo di una della tre ipotesi previste, espressa in percentuale:
Le indiscrezioni trapelate ieri ed anche stamani è che ci sarebbe da parte del ministro Iraniano una più accomodante posizione su di un piccolo aggiusto dell’accordo e quindi un alleggerimento sui tagli. La fonte di quanto detto è proprio il ministro dell’Oman che sta cercando di produrre una grande opera diplomatica sull’Iran. Il ministro dell’Iran aveva detto ieri che il petrolio “Non è un arma e che l’OPEC non è a servizio degli Stati Uniti d’America”. A sua volta il ministro dell’Oman aveva dichiarato che “Il petrolio non è come lo yogurt, non ha scadenza e la produzione può essere aumentata dunque, senza per forza inondarne il mercato, ma stipandolo in magazzino”.
Quest’oggi inoltre c’è stato anche il tempo per il Ministro Saudita Khalid Al-Falih di parlare con i giornalisti della questione “Saudi Aramco”. In conferenza stampa Al-Falih ha affermato che sarebbe molto contento se il piano di vendita delle azioni del colosso petrolifero avvenissero nel primo semestre del 2019, dopo che la stessa IPO era prevista per il 2018. L’IPO di Aramco è una mossa chiave sullo scacchiere disegnato dal Principe ereditario Mohammed bin Salman per riformare l’economia saudita, a sua volta l’IPO sarebbe un evento sismico per i mercati finanziari. Funzionari sauditi hanno dichiarato di sperare di raccogliere un record di $ 100 miliardi vendendo una quota del 5%, valutando la società a oltre 2 trilioni di dollari; questa operazione farebbe impallidire quella record ottenuta dal rivenditore cinese Alibaba Group Holding Ltd. nel 2014 ferma a 25 miliardi di dollari raccolti in una sola seduta.
Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.