I tagli alle forniture promossi dall'OPEC e le sanzioni contro il Venezuela stanno contribuendo a tagliare l'offerta e questo sta aiutando a sostenere il rally.
Giovedì i future sul petrolio greggio statunitense West Texas Intermediate e sullo standard internazionale, il Brent, si muovono in maniera contrastante, dopo essere saliti ai massimi dalla fine di novembre mercoledì. Dopo un crollo a inizio sessione, ieri i prezzi sono rimbalzati raggiungendo i massimi del 2019, nella speranza che il mercato si stabilizzi nel corso dell’anno.
Alle 08:57 GMT, i future sul greggio WTI con scadenza ad aprile si attestano a $ 57,22, in rialzo di $ 0,07 (+0,14%), mentre i future sul greggio Brent con scadenza ad aprile si attestano a $ 67,07, in calo di $ 0,01 (-0,01%).
A spingere i prezzi in rialzo sono stati OPEC e la richiesta dei suoi alleati di un mercato equilibrato. Il ministro saudita dell’energia Khalid al-Falih ha detto mercoledì di sperare che il mercato del petrolio trovi equilibrio da aprile e che non ci sarà alcuna carenza nelle forniture a causa delle sanzioni USA contro i membri dell’OPEC Iran e Venezuela.
Il petrolio greggio è sostenuto principalmente dai tagli alla produzione da parte dei più importanti paesi produttori e dalle sanzioni contro i membri dell’OPEC Iran e Venezuela. Un sostegno secondario viene fornito dalle speranze in un accordo commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina e da una forte ripresa dei mercati azionari.
Mercoledì, un portavoce del presidente Muhammadu Bhuari ha dichiarato che la Nigeria è disposta a ridurre la produzione per garantire un aumento dei prezzi. La Nigeria ha fatto l’annuncio dopo essere stata chiamata in causa dall’Arabia Saudita per la sua incapacità di aderire all’accordo OPEC per ridurre la produzione. A gennaio, la Nigeria ha estratto molto più petrolio della quota precedentemente concordata.
Rally per rallentamento della produzione USA
Anche se i tagli all’offerta promossi dall’OPEC stanno contribuendo a ridurre l’eccesso di offerta globale e stabilizzare i prezzi, l’attuale rally è rallentato dalle aspettative di un incremento di scorte negli Stati Uniti, alla luce di una produzione di scisto ai massimi storici.
Il rapporto dell’API segnala – in riferimento alla settimana conclusasi il 15 febbraio – un incremento delle scorte di petrolio pari a 1,26 milioni di barili, meno dei 3,08 previsti.
Il rapporto dell’API segnala inoltre un prelievo delle scorte di benzina pari a 1,55 milioni di barili, quando gli analisti prevedevano un prelievo di soli 350.000 barili.
Questa settimana si è registrato anche un decremento delle riserve di distillati, in calo di 758.000 barili, a fronte degli 1,691 milioni di barili previsti.
Questa settimana a Cushing, in Oklahoma, le scorte sono salite di 3,24 milioni di barili.
La storia rimane la stessa. I tagli alle forniture promossi dall’OPEC e le sanzioni contro il Venezuela stanno contribuendo a tagliare l’offerta e questo sta aiutando a sostenere il rally. La produzione negli Stati Uniti continua a rallentare il rally e a volte pone un reale limite ai guadagni. Giovedì potrebbe essere uno di quei giorni.
I trader stanno aspettandoi dati sulle scorte della U.S. Energy Information Administration di oggi e prevedono un incremento di produzione di 2,9 milioni di barili; un dato inferiore al previsto sarà rialzista, uno superiore incoraggerà i guadagni. Il rapporto EIA uscirà alle 16:00 GMT. L’incognita rimane un accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina. La sigla di un accordo questa settimana sarà rialzista per i prezzi del petrolio greggio perché potrebbe portare ad un aumento della domanda futura.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.