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I futures sul petrolio leggero sono aumentati oltre il 3% lunedì, supportati dai segnali di un rallentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. All’inizio della sessione, il WTI ha brevemente testato e respinto una resistenza tecnica chiave a 63,06$, corrispondente al livello di ritracciamento del 50%. Una rottura sostenuta al di sopra di questa soglia mirerebbe a raggiungere la media mobile a 50 giorni a 64,00$, mentre la media mobile a 200 giorni a 67,66$ rappresenta l’obiettivo rialzista a lungo termine.
Alle 08:52 GMT, i Futures sul Petrolio Leggero sono quotati a 62,59$, in aumento di 1,57$ ovvero il +2,57%.
Il rally ha guadagnato slancio dopo che entrambi i paesi hanno annunciato una sospensione di 90 giorni dei dazi del 24% ad valorem sui beni reciproci, una mossa che ha rafforzato le aspettative di un rinnovo dei flussi commerciali e di una maggiore domanda da parte dei primi due consumatori mondiali di petrolio. L’accordo, raggiunto durante colloqui commerciali a Ginevra nel weekend, ha fatto salire i prezzi del greggio di oltre 2$ nella sessione asiatica.
Il sentiment di mercato era già migliorato dopo che WTI e Brent hanno registrato guadagni settimanali superiori al 4%, interrompendo una serie negativa di sei settimane. L’andamento dei prezzi di venerdì è stato ulteriormente sostenuto da un accordo commerciale separato tra Stati Uniti e Regno Unito, che ha alimentato le speranze che le recenti turbolenze economiche derivanti dalle tariffe possano attenuarsi.
Sebbene le prospettive della domanda nel complesso siano migliorate, i guadagni sono stati parzialmente limitati da sviluppi sul lato dell’offerta. Gli analisti hanno evidenziato l’impatto potenziale degli aumenti di produzione OPEC+ previsti per maggio e giugno, che potrebbero aggiungere barili incrementali a un mercato ancora in fase di riequilibrio. Tuttavia, un sondaggio Reuters ha rilevato che la produzione dell’OPEC è effettivamente diminuita ad aprile, fornendo un modesto contrappeso rialzista.
I rischi geopolitici rimangono un’incognita. I negoziati tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare di Teheran si sono conclusi domenica senza una soluzione, sebbene siano previsti ulteriori colloqui. Qualsiasi progresso potrebbe portare a un accordo che aumenti le esportazioni di greggio iraniano, pesando sui prezzi. Negli USA, il conteggio delle piattaforme di petrolio ha continuato a diminuire, scendendo al livello più basso da gennaio secondo Baker Hughes, segnalando una possibile debolezza nella produzione interna.
La combinazione tra il miglioramento del sentiment sulla domanda grazie all’allegerimento delle tariffe tra USA e Cina e i segnali di un inasprimento dell’offerta negli USA impone un tono rialzista a breve termine per il greggio. Gli operatori osserveranno attentamente come il WTI gestirà la barriera tecnica a 64,00$. Una rottura forte al di sopra potrebbe innescare un ulteriore rialzo verso 67,66$, soprattutto se gli aumenti della produzione OPEC+ rimangono contenuti e i rischi geopolitici persistono.
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James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.