Il cambio euro dollaro resta vulnerabile, oscillando poco sopra al minimo giornaliero, subendo ancora l’ultima decisione della Federal Reserve.
Il prezzo dell’euro dollaro rimane stabile ma debole nella sessione di venerdì, attestandosi intorno a 1,1570, incapace di allontanarsi dai minimi di due mesi nell’area di 1,1540. L’EURO resta sotto pressione, penalizzato da un’inflazione dell’Eurozona inferiore alle attese e da un dollaro statunitense che continua a trovare sostegno grazie al tono aggressivo della Federal Reserve e a un sentiment di mercato complessivamente prudente.
I dati sull’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) dell’Eurozona hanno mostrato una crescita modesta, confermando l’assenza di nuove pressioni inflazionistiche. L’inflazione complessiva è salita dello 0,2% su base mensile, rispetto allo 0,1% di settembre, mentre il tasso annuo è sceso al 2,1% dal precedente 2,2%, segnalando una dinamica dei prezzi ancora debole. Anche l’inflazione Core, l’inflazione che esclude i prezzi di energia e alimentari, è aumentata dello 0,3% mensile, ma è rimasta stabile al 2,4% annuo, in linea con le attese.
Questi numeri non sono riusciti a fornire un sostegno significativo al fiber, che ha reagito con volatilità contenuta, continuando la fase di debolezza da dopo che la Banca Centrale Europea, come ampiamente previsto, ha mantenuto invariato il tasso sui depositi al 2%, ribadendo un approccio di prudenza. La Presidente Christine Lagarde ha sottolineato che l’istituto si trova in una buona posizione e non ritiene necessari ulteriori tagli dei tassi nel breve termine, pur ammettendo che l’incertezza sull’inflazione rimane elevata.
Dopo la conferenza stampa della Lagarde, l’euro dollaro ha mostrato un modesto rimbalzo, ma i tentativi di rialzo sono rimasti limitati, segno che i trader restano scettici sulla possibilità di una ripresa sostenuta del fiber nel breve periodo.
Al momento della scrittura il prezzo del fiber quota 1,1568, in rialzo dello 0,02% ma in una fase di poca volatilità. I tori attendo l’input decisivo per capitalizzare il rimbalzo dal livello annuale 1,1554 che permetterebbe all’euro dollaro di raggiungere prima il livello chiave 1,1600 e successivamente il livello annuale 1,1655.
Viceversa, una definitiva chiusura sotto il livello annuale 1,1554 permetterebbe finalmente agli orsi di spingere il cambio a raggiungere dapprima il livello chiave 1,1500 e successivamente il livello annuale 1,1422, zona dei minimi di fine luglio.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.