Il cambio euro dollaro sta perdendo trazione e scendo sotto 1,0850 dopo esser toccato il massimo giornaliero 1,0930. Si attende il discorso di un membro della FED.
Il dollaro USA è rimasto sotto pressione per tutta la prima metà di martedì, con il prezzo dell’euro dollaro che ha raggiunto il massimo settimanale a 1,0930. Da un lato, i mercati azionari sembrano vogliano riprendersi, guidati dall’impennata del settore tech di Wall Street, ma dall’altro, i rendimenti obbligazionari USA hanno continuato a rafforzarsi in vista del Simposio di Jackson Hole e delle attese parole del presidente della FED Jerome Powell.
In questi giorni i mercati stanno navigando in acque movimentate, poiché l’interesse speculativo prevede tassi di interesse ancora elevati per un periodo più lungo. Allo stesso tempo, i dati macroeconomici complessivamente incoraggianti stanno supportando la linea aggressiva, con il rischio di una battuta d’arresto economica in diminuzione.
La Cina inizia ad essere la principale fonte di preoccupazione per l’economia mondiale, poiché la seconda economia sta enormemente faticando a recuperare dopo i problemi economici causati dalle estese restrizioni legate al coronavirus.
La notizia che diverse grandi società hanno iniziato a non ripagare i prestiti bancari ha innescato numerosi allarmi, soprattutto in virtù della richiesta di bancarotta di Evergrande (anche se già fallita tecnicamente a novembre 2022), la più grande società immobiliare cinese. Tendenzialmente, questa situazione non giova ai rialzisti dell’euro dollaro, a causa del ruolo di valuta rifugio della seconda.
Il calendario macroeconomico rimane anche oggi particolarmente scarso. Gli unici dati rilevanti arrivano dall’Eurozona, la quale ha pubblicato il dato sul conto corrente di giugno(dato a basso impatto), che ha registrato un surplus destagionalizzato di 35,84 miliardi di euro, battendo le aspettative. Dal lato degli Stati Uniti, oltre al dato sulle vendite di case esistenti di luglio già pubblicato (dato al di sotto delle stime), si attende il discorso di alcuni funzionari della Federal Reserve.
Al momento della scrittura il prezzo del fiber quota 1,0841, in ribasso dello 0,52% ed in procinto di perdere ulteriore terreno dopo aver superato agilmente il micro-supporto 1,0850. Ora i trader attendono solo la chiusura giornaliera sotto 1,0845 per iniziare a porsi al ribasso e puntare in maniera decisa verso il prossimo obiettivo short rappresentato dal livello annuale 1,0800. Una raggiungimento agevole verso il suddetto livello, potrebbe portare gli orsi a decidere di puntare verso il livello annuale 1,0741.
Comunque, non è tutto perduto per i tori, i quali potrebbero ritornare se il fiber riuscirà a chiudere sopra 1,0850 (poche possibilità) e puntare verso il livello annuale 1,0911.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.