Il cambio euro dollaro si ritira dai massimi delle ultime due settimane sopra 1,1630, ma rimane sopra 1,1600 dopo le ultime vicende fondamentali.
Il prezzo dell’euro dollaro consolida il movimento rialzista delle ultime sessioni, mantenendosi intorno al livello chiave 1,1600 dopo aver toccato un massimo di due settimane poco sotto 1,1635. Il fiber beneficia di un contesto più favorevole al rischio, alimentato dalla riapertura del Governo statunitense, che ha migliorato l’umore degli investitori nonostante i dati deludenti sulla produzione industriale dell’Eurozona.
La debolezza moderata del dollaro statunitense resta uno dei principali fattori di sostegno per il fiber. L’avvenuta firma, da parte del presidente USA Trump, del disegno di legge che pone fine allo shutdown governativo più lungo della storia americana ha ridotto l’incertezza politica e migliorato il sentiment degli operatori. Con la riapertura delle agenzie federali, torneranno progressivamente disponibili anche i dati macroeconomici rimasti finora bloccati, con l’avvertenza, però, che alcune statistiche chiave di ottobre, come inflazione e mercato del lavoro, potrebbero non essere più pubblicate.
Nonostante il clima più disteso, l’EURO non trova pieno sostegno dai fondamentali europei. La produzione industriale dell’Eurozona è risultata più debole del previsto: +0,2% mensile a settembre, contro attese di +0,7%, mentre la crescita annua si è fermata all’1,2%, ben al di sotto del 2,1% stimato dai mercati. Il dato rappresenta un freno per un forte rialzo per l’EURO, che tuttavia viene compensato dalla propensione al rischio globale e da un dollaro statunitense ancora privo di direzionalità forte.
Sul fronte della politica monetaria, continuano a emergere posizioni divergenti all’interno della Federal Reserve. Da una parte si insiste sulla necessità di ulteriori tagli dei tassi, sostenendo che la politica restrittiva attuale stia pesando troppo su un mercato del lavoro già indebolito, mentre dall’altra parte il presidente della FED di Atlanta mantiene un approccio prudente, segnalando che un allentamento prematuro rischierebbe di riaccendere l’inflazione.
Al momento della stesura, il prezzo del fiber quota 1,1608, in lieve rialzo dello 0,13% e impegnato in un tentativo di breakout rialzista del livello chiave 1,1600. Una conferma sopra questa soglia rafforzerebbe il controllo dei compratori e aprirebbe la strada verso il livello annuale di 1,1655. Un superamento deciso di quest’ultimo renderebbe inoltre possibile un’estensione del movimento verso il successivo livello annuale a 1,1759.
Sul fronte opposto, una chiusura sotto 1,1600 rimetterebbe in gioco i venditori, con il rischio di una discesa verso il livello annuale 1,1554. Un breakout ribassista di quest’area potrebbe poi favorire un ritorno verso il livello chiave 1,1500.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.