Il cambio euro dollaro rimane sui minimi relativi, schiacciato da un dollaro USA in forte rialzo grazie ai rendimenti e ai dati JOLTs.
Con un nuovo calo sotto i minimi relativi di 1,05, segnando un -3,37% mensile al momento della scrittura, il cambio euro dollaro viene scambiato in territorio fortemente ribassista e pare ormai destinato a proseguire in questa direzione.
Il cross ha infatti abbandonato a inizio Settembre il target di 1,08 che aveva rappresentato il supporto principale di breve termine, per poi scivolare fin quota 1,065 e 1,05.
Al momento, il supporto a 1,05 è stato forato, ma non si è assistito a un nuovo e più ampio collasso. Qualsiasi ulteriore allontanamento da quest’ultimo livello potrebbe però innescare un nuovo crollo verso nuovi minimi relativi.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il cambio euro dollaro segna esattamente quota 1,0470, mentre l’indice del dollaro USA resta sui massimi a 106,8 punti.
Il calo del cambio euro dollaro, tra le altre cose, è causato dal rafforzamento dell’indice del dollaro USA, che dipende da numerosi fattori. Innanzitutto, in questi giorni i rendimenti dei titoli statunitensi hanno raggiunto nuovi massimi da 16 anni, mentre i dati JOLTs di ieri hanno fornito una spinta aggiuntiva rivelando un sorprendente aumento.
Basta questo per confinare il cambio euro dollaro sotto quota 1,05, sui suoi minimi relativi. Superato il supporto di 1,05, il cross rischia nuovi arretramenti verso i livelli tecnici di 1,0458 (già testato), 1,045 e 1,0438 già entro l’orizzonte settimanale.
Un rafforzamento del cambio euro dollaro sarebbe necessario per scongiurare il test di nuovi minimi relativi, ma il superamento di 1,05 richiederà già una decisa spinta rialzista. Oltre questo valore, si aprirà poi la sequela di resistenze intermedie da percorrere per riportare il prezzo almeno sopra quota 1,065.
Solo un ritorno sopra questa resistenza potrà infatti interrompere l’ampio downtrend e riportare il cambio euro dollaro in carreggiata.
La giornata di oggi parte con i dati PMI dei servizi HCOB nell’Eurozona, attesi complessivamente in lieve rialzo.
Si passa poi all’aggiornamento sulle vendite al dettaglio nell’Eurozona e all’indice PMI dei servizi negli USA secondo ISM. Sempre dagli Stati Uniti, attenzione anche alla variazione dei livelli di occupazione.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.