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Su cosa investire nel 2019? Comparti finanziari e settori tecnologici interessanti

Da:
Fabio Carbone

Su cosa conviene investire nel 2019? Analizziamo gli scenari di criticità in Italia, Europa, Asia e USA. Presentiamo i settori promettenti.

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Un nuovo anno economico è iniziato, e certo gli scivoloni in borsa verificatisi proprio nelle ultime settimane del 2018 non sono stati un bel presagio per il futuro. Pesano molte criticità geopolitiche sull’economia globale. Quindi, su cosa investire nel 2019?

Prima di investire fondi personali nel 2019 è bene avere un quadro ampio di quelle che sono le criticità in atto. Conoscere la situazione attuale aiuterà nel fare scelte personali ponderate.

Investire in Italia nel 2019

Di recente abbiamo dato conto dell’ottimo successo registrato dall’asta di Btp a 15 anni, venduti in pochissime ore e con una domanda nettamente superiore all’offerta.

Anche il Gruppo Generali ha superato ogni aspettativa durante l’asta del suo bond subordinato e bene è andato anche il collocamento del green bond Enel.

Questi tre “eventi” tra loro apparentemente scollegati, hanno un fattore comune: la stragrande maggioranza degli investitori sono stranieri. Ciò significa che all’estero c’è fiducia sull’operato delle aziende italiane e sui fondamentali del nostro Paese.

L’amministratore delegato del gruppo bancario italiano IntesaSanPaolo, Carlo Messina, lo ha detto anche a Davos durante il World Economic Forum 2019: “Comprate Italia, perché il Paese ha fondamentali molto forti”.

Buoni fruttiferi e Btp sempre validi

Alla luce di quanto appena letto si può essere fiduciosi che il sistema Paese non vivrà alcun tracollo, nonostante le incertezze politiche che noi tutti conosciamo. Le forme di investimento garantite dallo Stato, come i nuovi buoni fruttiferi postali ed anche i buoni del tesoro poliennali (Btp), restano delle ottime forme di investimento di medio e lungo periodo.

Investimento in Europa nel 2019: Brexit e non solo

Il vero e proprio caso Brexit pesa sull’economia del Regno Unito e di tutta l’Unione Europea da giugno 2016, mese in cui i britannici scelsero di uscire dal Trattato europeo (data di adesione: 1/01/1973). Febbraio 2019 è la data stabilita per la formale uscita del Paese membro dall’Unione Europea, ma, dopo il voto del Parlamento britannico, tutte le certezze e le date sono saltate.

L’ipotesi di una uscita senza accordo è sul tavolo e sembra una delle più probabili al momento. Nessuno però la vorrebbe, perché aprirebbe scenari molto incerti e mai esplorati prima.

Il rallentamento delle economie europee

Il World Economic Outlook (WEO) emesso dal Fondo Monetario Internazionale a gennaio 2019, presenta delle stime di crescita più pessimiste per il 2019 europeo, rispetto a quelle emesse nel mese di ottobre 2018.

Il maggior pessimismo sulle prospettive di crescita sono dovute:

  • al rallentamento della crescita in Germania, dovuto alle nuove regole sugli standard di emissione dei gas di scarico dei mezzi di trasporto;
  • la situazione politica italiana e le scelte di politica economica attuate dal governo italiano;
  • la contrazione in Turchia che è considerata ancor più profonda di quanto preventivato;
  • la contrazione della domanda interna dei vari Paesi europei.

Un maggiore approfondimento sulle stime del WEO è disponibile in lingua inglese da qui.

Guerra commerciale USA – Cina

La guerra commerciale USA – Cina avviata dalla politica protezionista del Presidente degli USA Donald Trump, non ha ancora mostrato tutti i suoi effetti sull’economia globale. Eppure i primi effetti negativi si stanno rivelando attraverso i dati statistico-economici pubblicati dai singoli Paesi.

L’Asia è per ora l’area che maggiormente potrebbe risentire dell’effetto dazi, perché riduce l’export verso gli USA, grande consumatore di prodotti esteri in generale.

Da ricordare che la politica protezionista di Trump è rivolta in realtà contro l’intero mondo. Trump ha bloccato il Trattato di liberalizzazione con i Paesi del Pacifico nel 2017, ed ha messo in attesa il TTIP con l’Europa, mentre verifica cosa capiterà dopo la Brexit.

Nel frattempo ha rinegoziato il Nafta (North American Free Trade Agreemen) con Canada e Messico che aveva impoverito gli USA.

Insomma, gli USA e Trump, tentano di ridisegnare gli equilibri economici globali a loro vantaggio (?).

Investire in Asia nel 2019 conviene?

Asia e la questione USA – Cina appaiono molto legati tra loro. I recenti dati sullo stop alla crescita industriale ed economica in Giappone hanno mostrato una situazione in deficit, causata dalla guerra commerciale.

Anche la Cina rallenta, la crescita è stata del +6,6% ed è ai minimi dal 1990. Nulla di paragonabile con la nostra economia e quelle europee, la Cina vive una fase interna diversa dalla nostra: questi sono i decenni del “miracolo economico cinese” o dell’emancipazione del popolo cinese.

Secondo gli esperti il Pil cinese nel 2019 potrebbe aumentare tra il 6% e il 6,5%, quindi in ulteriore rallentamento.

Dove investire nel 2019?

Affrontate le criticità più importanti che riguardano l’economia globale di oggi, analizziamo dove investire nel 2019 con una proiezione più ampia che guarda ai prossimi anni.

L’Intelligenza Artificiale

Un argomento sempre più utilizzato anche in ambito commerciale per promuovere nuovi prodotti, ma sul quale c’è poca chiarezza. Tuttavia l’intelligenza artificiale (IA in italiano e AI in inglese) è sicuramente uno dei settori tecnologici in forte espansione, con un numero di aziende e startup in crescita.

Google fa uso dell’IA nel suo motore di ricerca e in altri applicativi forniti ai suoi utenti e clienti. Colossi delle telecomunicazioni come Huawei hanno pubblicizzato i propri device di telefonia mobile ad IA.

L’automotive farà largo uso dell’artificial intelligence sui prossimi modelli di automobili e veicoli a due ruote.

In generale tutto il settore industriale che produce apparecchi elettronici sarà interessato dall’adozione dell’IA: smart TV, elettrodomestici, sistemi per la gestione intelligente della casa (smart home), ecc.

Blockchain

Ai più nota per gli investimenti altamente speculativi in criptovalute, la tecnologia digitale blockchain sta pian piano formando un suo “ruolo” nel panorama economico. I futuri sviluppi della ricerca e la conseguente maturazione del settore, promette ampi ritorni sugli investimenti.

Come per l’intelligenza artificiale, però, anche per gli investimenti nell’industria blockchain devono essere fatti solo dopo un approfondito studio della tecnologia. Studio che deve passare attraverso la lettura di documentazione autorevole.

Risparmio energetico e tutela dell’ambiente

Il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e non si può più far finta di nulla. Anche l’industria, gli esperti dell’economia, i politici, ne sono consapevoli.

Investire in aziende che promuovono il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente, è strategico sotto ogni punto di vista:

  1. per la salvaguardia del pianeta;
  2. perché tali aziende cresceranno ancora di più nei prossimi anni con fatturati interessanti.

Le persone, infatti, preferiranno comprare prodotti, strumenti, servizi a tutela dell’ambiente e abbandoneranno tecnologie non più in grado di garantire la salvaguardia del pianeta.

Le aziende che sopravviveranno nei prossimi decenni saranno quelle a impronta ecologica bassa, che produrranno risparmio energetico, che tuteleranno l’ambiente come fonte di benessere economico per sé stesse e per la collettività.

Per le altre già oggi non c’è futuro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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