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Giappone in deficit per la prima volta dal 2015

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jan 23, 2019, 09:31 UTC

La bilancia commerciale del Giappone è sempre più in rosso, i dati di dicembre 2018 confermano la situazione negativa dovuta alla guerra commerciale USA-Cina.

Giappone

Notizie per nulla positive arrivano dal Giappone, dove il ministero delle Finanze giapponese rende noti i dati sulla bilancia commerciale del Paese asiatico rivelando un passivo di 55,3 miliardi di yen anche per il mese di dicembre 2018.

Il deficit è ben peggiore delle stime attese di 30 miliardi di yen di deficit. Un dato che contrasta fortemente se confrontato con l’attivo di 356 miliardi di yen registrato nello stesso periodo del 2017.

Il dato annuale 2018, riporta TeleBorsa, parla di un deficit commerciale per il Giappone pari a 1.203 miliardi di yen: il peggiore dal 2015 a oggi.

Secondo gli analisti la guerra commerciale tra USA e Cina è una diretta conseguenza di quanto sta avvenendo in Giappone.

In Giappone cala l’export

L’export dal Giappone cala del 3,8% a 7.023 miliardi di yen contro i 7.303 miliardi a dicembre del 2017: anche in questo caso le stime prevedevano una negatività massima di -1,8%.

Sul lato delle importazioni, invece, c’è stata una crescita del +1,9% a 7.079 miliardi di yen, contro i 6.947 miliardi di yen di dicembre 2017: in questo caso gli analisti si attendevano un +4%.

In Giappone frena anche l’industria

Dal Giappone arrivano anche i dati sull’industria riferiti al mese di novembre 2018 e sono lievemente negativi. L’indice dell’attività complessiva scende dello 0,3%, in netta opposizione rispetto al +1,9% del mese di ottobre.

Da registrare, comunque, che le attese erano leggermente più pessimiste perché si attendeva un -0,4%.

L’indicatore è una media pesata che tiene conto dell’andamento dei principali settori dell’attività economica nipponica:

  • settore della produzione industriale: -1% (+2,9% ad ottobre 2018);
  • il settore terziario: -0,3%;
  • settore delle costruzioni: +1,9%.

Le Borse asiatiche chiudono in calo

Nonostante i dati negativi, le borse asiatiche chiudono di poco in negativo o addirittura in leggera crescita rispetto alla giornata di ieri.

La Borsa di Tokyo chiude con l’indice Nikkei a -0,14% (20.593,72 punti) e con l’indice Topix che perde lo 0,58% (1.179,83 punti).

La Borsa di Seoul chiude in positivo a +0,44%.

Per quanto riguarda la Borsa di Shanghai, la chiusura è quasi sulla parità (-0,10%) mentre la Borsa di Shenzhen chiude in calo dello 0,07%.

La Borsa di Taiwan chiude a -0,49%.

Questi i dati delle altre borse asiatiche:

  • Hong Kong: -0,05%;
  • Singapore: -0,57%;
  • Kuala Lumpur: -0,96%;
  • Bangkok: +0,94%;
  • Jakarta: +0,13%;
  • Mumbay: -0,03%.

La Borsa di Sydney chiude leggermente in calo: -0,26%.

Le tensioni commerciali non fanno bene alle aziende asiatiche

Dal Financial Times si apprende che forse non ci sarà l’incontro previsto tra funzionari cinesi e degli Stati Uniti, il cui scopo avrebbe dovuto essere quello di stemperare le tensioni commerciali.

Che la guerra commerciale sui dazi non faccia bene alle aziende asiatiche, lo ha detto apertamente il presidente di Huawei, Ken Hu, a Davos dove è in corso il World Economic Forum 2019.

Il colosso delle telecomunicazioni, ha detto Hu, starebbe subendo un effetto dannoso dalla guerra commerciale USA – Cina e la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi se le cose non cambieranno.

Hu ha quindi concluso che, se sul breve periodo le grandi aziende cinesi possono assorbire gli effetti negativi delle tensioni commerciali, sul lungo periodo le cose potrebbero cambiare e peggiorare di molto.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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